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Economia | 12 luglio 2019, 11:00

I giochi di carte fanno bene al cervello

I giochi di carte, poi, sono di grande aiuto anche per gli anziani: non solo perché aiutano a tenere allenata la mente, ma anche perché svolgono una funzione sociale.

I giochi di carte fanno bene al cervello

È una ricerca canadese compiuta dal St. Micheal’s Hospital di Toronto a confermarlo: giocare a carte fa bene al cervello. Pare, in particolare, che abbia effetti benefici su chi ha sofferto di ictus, poiché i giocatori compiono movimenti ripetitivi che favoriscono il recupero delle funzioni motorie.

I giochi di carte, poi, sono di grande aiuto anche per gli anziani: non solo perché aiutano a tenere allenata la mente, ma anche perché svolgono una funzione sociale. Basti pensare a quelli, come il bridge e il burraco, in cui si gioca a coppie e che dunque favoriscono incontri e interazioni regolari. Tra i giochi di carte stimolanti figura anche il poker che pare avere benefici non poco rilevanti per il nostro cervello.

Se non sai ancora come giocare a poker, direi che questa è un ottima scusa per imparare.

I benefici del poker

Anche il gioco di carte per eccellenza, fa bene al cervello. Si tratta di un gioco di strategia, nel quale occorre dimostrare estrema calma, bisogna essere sempre molto concentrati e avere non solo la capacità di eseguire calcoli di probabilità ma è necessario anche svolgerli in tempi rapidi. Il risultato di partite (con frequenza moderata) di poker è una mente allenata a funzionare più velocemente.

È importante, come appena detto, che la frequenza delle partite non sia eccessiva perché la passione per il tavolo verde potrebbe far soccombere a una vita sedentaria. Tuttavia, se gli si dedicano i giusti tempi il poker diventa un grande alleato dell’attività cerebrale. Questo gioco complesso e dinamico, infatti richiede:

 

  • Concentrazione;
  • Analisi psicologica;
  • Calcolo matematico;
  • Adattamento alle tendenze dell’avversario.

 

Il poker richiede intelletto e creatività e stimola la creazione di nuovi collegamenti neurologici nel cervello. A dirlo è il dottor Stephen Simpson, mental coach che ha affiancato e studiato i comportamenti di Liv Boeree e Chris Moorman, grandi giocatori di poker. Carte e fiches riescono a rinforzare i collegamenti neurologici e favoriscono la formazione di mielina, uno strato protettivo che consente alle cellule non solo di trasmettere più rapidamente le informazioni, ma anche di gestire i processi cerebrali più complessi. In poche parole, giocare a poker mantiene in salute il sistema nervoso centrale.

Ma i benefici del poker non sono ancora finiti. Oltre alla già menzionata concentrazione, questo gioco di carte aiuta i player a sviluppare:

 

  • Pazienza;
  • Focus;
  • Disciplina;
  • Controllo emotivo.

Si tratta, senza dubbio, di abilità fondamentali nella vita di tutti i giorni.

Gli studi scientifici

I benefici del poker non sono solo supposizioni basate sulla grande strategia richiesta dal gioco: sono dati scientifici a parlare. È stato, infatti, condotto uno studio durante il quale sei giocatori di poker sono stati sottoposti a elettroencefalogramma nel corso delle partite, per misurare i segnali cerebrali. È emerso che più esperienza avevano i giocatori, più logicamente processavano le informazioni (e quindi con un minor coinvolgimento emotivo anche di fronte a mani sfortunate). Dal punto di vista neurologico, i principianti risultavano essere più stressati dalle fluttuazioni tipiche del poker. E si sa: lo stress è uno dei nemici principali della vita di tutti i giorni, non solo delle partite di carte.

Lo stress, infatti, causa diverse reazioni nel corpo. Può causare tachicardia, tensione muscolare e anche respiro affannato, e può ridurre le funzionalità corporee (sia del sistema immunitario che di quello cardiovascolare). Se i giocatori di poker riescono ad applicare lo stesso controllo emotivo che dimostrano nel corso dei tornei anche durante la vita quotidiana, riescono a condurre un’esistenza più sana.

Infine, come già detto in merito al bridge e al burraco, anche il poker apporta benefici anche dal punto di vista sociale: si gioca con altre persone che condividono la stessa passione. Ecco perché anche se il divertimento oggigiorno si sta spostando sempre più online, i provider non sottovalutano questo aspetto del gioco: su internet, come al tavolo verde fisico, si possono sfidare persone vere e avere dealer in carne e ossa. E, di nuovo come il bridge e il burraco, anche il poker riduce le possibilità di sviluppare l’Alzheimer: a dirlo è il dottor Jeffrey Cummings, il quale ha pubblicato una ricerca che ha preso in esame 5 mila pazienti anziani.

A livello cognitivo il poker è uno dei giochi più stimolanti in assoluto, è stato appurato. Ma è anche appurato che oltre al cervello è necessario allenare anche il fisico: mens sana in corpore sano, sempre!

Richy Garino

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