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Economia | 20 gennaio 2021, 15:22

Il presidente della Camera di Commercio Lunghi a #Backstage: «Ai giovani dico di non rinunciare mai alle loro idee»

La puntata di ieri del nostro talkshow ha voluto "leggere" il 2021 dal punto di vista del mondo economico della provincia di Varese: «La crisi non ha fatto venire meno la vivacità imprenditoriale del nostro territorio. Bisogna guardare sempre al futuro e non sedersi sui successi, le nostre imprese non hanno bisogno di sussidi, ma di concretezza e regole certe per poter lavorare serenamente». RIVEDI LA PUNTATA

Il presidente della Camera di Commercio Lunghi a #Backstage: «Ai giovani dico di non rinunciare mai alle loro idee»

Una puntata dedicata al futuro, quello dell'economia e del sistema imprenditoriale della provincia di Varese, quella di #Backstage andata in onda martedì 19 gennaio e che ha avuto come ospiti il presidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi e l'imprenditore tessile Roberto Belloli.

Il talkshow del martedì sera di VareseNoi si è aperto con le emozionanti immagini del Falò di Sant'Antonio, accompagnate dalla musica degli SdueT, che il nostro giornale ha seguito sabato scorso in diretta portandolo nelle case dei varesini; immagini che apparentemente poco o nulla hanno a che fare con l'economia ma che invece rappresentano la speranza per il sistema imprenditoriale del nostro territorio, che archiviato il terribile 2020, vuole guardare con maggiore fiducia al 2021. E proprio sul tema della fiducia ha voluto iniziare Lunghi. «Il periodo è complicato ma finirà e questo momento si sta avvicinando - ha detto il presidente della Camera di Commercio - con una battuta da imprenditore potrei dire che le aziende devono cavarsela da sole, ma come ente camerale abbiamo fatto tutto il possibile per stare loro vicine. La crisi deve essere un'occasione per le imprese per guardarsi dentro e riorganizzarsi, rimboccandosi le maniche e continuando ad essere innovativi e a resistere. Certo, questa crisi ha lasciato molto cicatrici nel tessuto economico provinciale e molte altre ne troveremo nei prossimi mesi, ma si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel».

Quando si parla di futuro e di speranza in ambito economico, la prima cosa che viene in mente sono le startup e l'imprenditoria giovanile. «C'è un dato che ci ha colpito - ha spiegato Lunghi - nel 2020 si sono iscritte alla Camera di Commercio 26 nuove imprese contro le 21 del 2019, questo dimostra vitalità e vivacità nei vari settori anche da parte dell'imprenditoria femminile. Ai giovani dico di perseguire sempre con tenacia le loro idee e i loro sogni, ma sempre con i piedi per terra, seguendo la concretezza dei business plan. Non rinunciate mai alle vostre idee. Nel nostro territorio c'è fermento, una provincia, la nostra, storicamente proattiva, con due università e con imprese che fanno ricerca e sviluppo. Bisogna però evitare di pensare che per fare una startup basti creare una App e diventare milionari come Zuckerberg; insomma andare avanti con cautela e concretezza». Quale invece il messaggio da rivolgere a quelle imprese che per andare avanti devono pensare ad una riconversione della produzione? «Come si dice "la necessità aguzza l'ingegno" - ha sottolineano Lunghi - chi è sempre abituato a guardare oltre, a fare ricerca e sviluppo è avvantaggiato. Quello che è importante è non sedersi mai sui propri successi perché vuol dire già essere un passo indietro; chi ad esempio ha investito nell'online in tempi non sospetti è stato lungimirante, aprire un sito non vuol dire fare e-commerce perché l'importante è saperlo fare funzionare».

Vero che molto spesso le aziende sono abituate o costrette a fare da sole, ma le istituzioni locali e nazionali e la politica cosa possono fare per sostenere le imprese per fare in modo che questo 2021 sia l'anno della speranza e della ripartenza? «Difficile dare giudizi perché governare il Paese in questa fase è difficile - ha premesso il presidente della Camera di Commercio - quello che è certo è che le imprese hanno bisogno di concretezza e di essere messe nelle condizioni di lavorare con serenità. Il nostro Paese ha bisogno di investimenti sulla formazione, sulle infrastrutture, sull'innovazione e su ricerca e sviluppo; va rimessa in moto la politica industriale cosa che non si fa da anni. Regole certe vuol dire non cambiarle ogni cinque minuti com'è avvenuto per le ripartenze delle attività commerciali. Le nostre imprese non hanno bisogno di sussidi, ma di norme certe per lavorare in serenità che è indispensabile soprattutto in una provincia come la nostra con una grande vocazione all'export».

Matteo Fontana

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