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Opinioni | 05 marzo 2021, 08:05

L'OPINIONE. Abbiamo tradito i nostri bambini

Il pianto dei piccoli che non possono andare a scuola e l'urlo di una ragazzina al papà: «Non vi credo più». Non batteremo questa pandemia se non riconoscendo le nostre responsabilità: basta guardare cosa accadeva nelle scuole e cosa nelle strade e nei parchi

Nella foto di Marco Giussani i giochi di Viabilandia a Borsano, tornati inagibili: per colpa nostra

Nella foto di Marco Giussani i giochi di Viabilandia a Borsano, tornati inagibili: per colpa nostra

C’è un pianto - muto o chiassoso, ma entra dritto nell’anima - in queste ore, che non stiamo ascoltando fino in fondo.  Di cui non stiamo mettendo a fuoco le responsabilità: sono nostre, assolutamente nostre.

Abbiamo tradito i nostri bambini. Abbiamo spezzato il patto con loro, e non per una pandemia che stiamo combattendo con ferocia scientifica ma ancora troppa inconsapevolezza.

Ci sono tre scene che prendiamo con cura e soppesiamo.

Prima fotografia: 800 bambini felici a lezione nell'istituto, ne sono assenti poco più di dieci. Andavamo così bene – percepiamo la sensazione fiera degli insegnanti, scolpita nella realtà non dipinta negli slogan da balcone – che speravamo di continuare regolarmente. Poi la notizia dell’arancione rafforzato, da comunicare ai bambini: ne è scaturito un pianto disperato.

Allora ascoltiamo anche una ragazzina di 12 anni. Il papà sta aspettando in tensione il suo ritorno a casa per confessarle la verità, cioè che dal giorno successivo non potrà più andare a scuola. Arancione rafforzato, per due settimane soltanto.

Lei va in crisi e c’è una frase che pesa più delle altre: «Io non ci credo, che a metà mese riprenderemo. Anche l’anno scorso dicevate…».

Loro non ci credono, non credono in noi e hanno ragione. Ma non perché sia tutta colpa dei governanti, o magari ci permettiamo di fare i superiori con la loro generazione, perseguitandola con i luoghi comuni.

«Eh, ma io alla loro età…». Lo dicono coloro che sono stati bambini in guerra, ma anche di più la favolosa generazione degli anni Ottanta che – bombardamento mediatico sull’incombente guerra atomica a parte – ha vissuto davvero enormi privazioni, e avanti così.

Piantiamola di giudicare i bambini e guardiamo dentro di noi. La scena di maggiore osservanza alle regole che io abbia visto  in questo anno bastardo è nel cortile della scuola all’intervallo, quando gli alunni correvano, sudavano e gridavano, senza una mascherina fuori posto. Li ho ammirati.

Sulle strade, sfilavano i cortei di eccezioni: «Eh, ma se passeggio, perché dovrei indossarla. Eh, ma io devo fumare proprio adesso. Eh, ma se non l’abbassa io non sento la sua voce». Tra le scene più inique che io abbia visto in questi giorni, la contrapposizione fra due luoghi vicini.

Da una parte un bar che si apprestava mestamente a richiudere, a togliere di nuovo i tavolini fuori, acquistati con sacrificio, a rivedere tutta l’organizzazione. L’altro era il parco affollato delle famiglie. E qui di mascherine, anche sui volti dei bambini, se ne scorgevano poche.

Ci viene da pensare: fossero stati a scuola tutto il giorno, i bambini, avremmo visto molto meno contagi.

Ma il prima e il dopo è nostra responsabilità. E nostra responsabilità è aver tradito il patto di fiducia con i bambini.

Non diciamo più niente ai nostri figli e nipoti, abbassiamo la testa, stringiamoli se possiamo e cerchiamo di capire da dove possiamo ripartire nel far sì che credano in noi ancora. Perché la sfiducia è un virus crudele a suo modo.

Il papà della ragazzina che ha pronunciato quella terribile e veritiera frase, ha scritto questo: «Alla sua generazione il compito di fare meglio di noi».

Noi vogliamo dare fiducia a realtà educative come l’oratorio di Sant’Edoardo a Busto Arsizio che nell’annunciare l’ennesima reimpostazione delle regole ha spronato: «Non ci scoraggiamo, gli unici rafforzati saremo noi».

Se sapremo ricostruire quel patto, se sapremo parlare chiaro e soprattutto tornare a dare il nostro esempio, con vigore e unità. Senza l’ombra di un «Eh ma…».

Marilena Lualdi

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