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Politica | 05 marzo 2021, 01:01

Accam, maggioranza compatta in Consiglio. Antonelli ha il mandato per tentare il salvataggio

Il sindaco Antonelli supera il primo scoglio e ottiene il mandato per provare a salvare la società in assemblea. Nessuna frattura con la Lega: a fine seduta arriva anche «l’in bocca al lupo» per sabato di Paola Reguzzoni. L’atto di indirizzo è passato con i voti della sola maggioranza

Accam, maggioranza compatta in Consiglio. Antonelli ha il mandato per tentare il salvataggio

Il Consiglio comunale di Busto Arsizio ha approvato giovedì sera l’atto di indirizzo relativo ad Accam. Il sindaco Emanuele Antonelli ha quindi ottenuto il mandato per votare favorevolmente la delibera che delinea il processo di salvataggio, ristrutturazione e rilancio della società nell’assemblea dei soci che tonerà a riunirsi sabato mattina. In quell’occasione si decideranno le sorti di Accam.

Nessuna frattura con la Lega: decisiva la mediazione interna alla maggioranza arrivata a “webcam spente” durante una sospensione dei lavori di dieci minuti.

Il piano di salvataggio dovrà passare dalla messa in sicurezza dell’esistente, in vista della ristrutturazione e della presentazione di una Newco che coinvolge Agesp e Amga e, in un secondo momento, Cap Holding.

Ciò significa, come ribadito giovedì sera per l’ennesima volta dal sindaco Antonelli, che al momento Accam non può prescindere dall’inceneritore. «Chi dice il contrario parla senza cognizione di causa – ha affermato il primo cittadino –. Per l’economia circolare occorrono anni».

«Siamo arrivati al dunque – ha aggiunto Antonelli –. Se anche il documento passasse stasera, non so se riusciremo nell’impresa di salvare la società. Ma il tentativo va fatto. Va fatto per salvaguardare gli 84 lavoratori (tra dipendenti di Accam e quelli dell’intera filiera), per le ripercussioni finanziarie e per evitare che il sito di Borsano rimanga per anni senza bonifica». E ancora: «La società verrebbe affidata a professionisti del settore». E questo dovrebbe portare a superare «l’anomalia per la quale soltanto qui perdiamo soldi con i rifiuti». Tra l’altro, una volta salvata la società, «Cap holding potrà intervenire e garantire un rilancio, avvicinandoci all’economia circolare».

«Troppe volte abbiamo rinviato le decisioni o votato qualcosa che non è andato a buon fine – ha ammesso Antonelli –. Capisco che partiti e consiglieri non credano più a nulla, dopo che ci siamo dovuti rimangiare quanto detto. Ma io credo tanto in questa società». Secondo il sindaco, «Accam ha servito egregiamente Busto Arsizio e il territorio per cinquant’anni. Sono certo che se la salvassimo continuerebbe a farlo per tanti altri anni».

«Situazione drammatica, nessuno può nascondersi dietro giochetti di parte – ha aggiunto l’assessore Gigi Farioli –. Altri Comuni hanno annullato negli atti di indirizzo il riferimento al termovalorizzatore per poter dire di aver vinto. Noi non facciamo giochetti: per i prossimi anni si deve partire dalla messa in sicurezza del termovalorizzatore».

Gli occhi erano puntati sulla Lega, che si era sempre detta contraria a deroghe rispetto allo spegnimento dell’inceneritore previsto nel 2027.

Il Carroccio ha presentato un emendamento per «evitare il fallimento societario – ha spiegato Paola Reguzzoni – salvaguardando però l’orizzonte temporale in essere. Occorre una data. La disponibilità dell’area è quello che rende centrale la posizione di Busto. Una cessione senza limite temporale ci porterebbe a perdere questa centralità. Non pensiamo che il rilancio della società si basi sul termovalorizzatore, pertanto non vogliamo vincolare l’area all’inceneritore, quando potremmo avere delle alternative».

«Non diamo il terreno a vita – ha assicurato su questo punto il sindaco –. Il piano di ristrutturazione che presentiamo in tribunale avrà anche una fine. Se arriverà un grande investitore, è automatico che la data verrà posticipata, ma in quel caso non sarà necessariamente il termovalorizzatore ad arrivare al 2040 o 2050, ma si potrà investire su nuove tecnologie. Se accettassi l’emendamento con un limite temporale, sabato l’assemblea mi direbbe di no». E questo significherebbe, di fatto, andare incontro al fallimento.

A quel punto – erano le 23.22 – la Lega ha chiesto di interrompere il Consiglio per dieci minuti per un confronto interno alla maggioranza a “webcam spente”.

Alla ripresa dei lavori, è stato presentato un nuovo testo che parla di «orizzonte temporale definito» («e sarà il Consiglio comunale a definirlo», ha precisato Reguzzoni) e di ipotesi di «soluzioni innovative e alternative». «Questa formula è totalmente coerente con la messa in sicurezza dell’esistente e con gli stimoli ricevuti a progettare il futuro», ha sottolineato Farioli.

«Evitare un fallimento societario non può portare nel baratro altre realtà come Agesp», il parere espresso in precedenza da Claudia Cerini del Movimento 5 Stelle. Per lei «è molto grave che non sia ancora stato approvato il bilancio 2019». Inoltre, «creare una newco in una settimana mi sembra una cosa fuori dal mondo»: «Parliamo ancora di termovalorizzazione. A Busto non si riesce a progettare il futuro e a cambiare rotta».

«Sono disincantato – aveva ammesso il presidente dell’assise Valerio Mariani (Pd) –. In 18 anni ho cercato di fare un’opposizione costruttiva perché credevo in un impianto che, con i giusti interventi, avrebbe portato a un nuovo progetto di gestione del rifiuto. Ora non credo più alle favole e, per il voto, mi allineerò alla volontà del mio gruppo consiliare».

E più tardi la capogruppo Valentina Verga ha fatto sapere che il Pd non avrebbe partecipato al voto: «Non faremo da stampella: se la maggioranza non c’è, i cittadini e i lavoratori devono saperlo. Ma non seguiremo nemmeno chi dice “no” a prescindere e ha messo una croce sul sito senza dire che cosa fare dei rifiuti».
A quel punto, però, era chiaro che il documento sarebbe stato approvato.

Laura Alba (Busto al Centro), dopo aver fatto notare il «cambio di indirizzo» della Lega rispetto alla chiusura nel 2027, ha annunciato l’astensione del suo gruppo. Contrari i 5 Stelle, mentre Massimo Brugnone (gruppo misto-Italia Viva) non ha partecipato al voto.

L’atto di indirizzo è quindi stato approvato con i voti dei consiglieri di maggioranza, con l’eccezione di Orazio Tallarida (Forza Italia). «Come in altre occasioni – ha spiegato al termine dell’assise – da cittadino di Borsano ho preferito fare questa scelta».
Dopo il voto, evitata la frattura, è anche arrivato da parte di Reguzzoni un augurio per Antonelli in vista dell’assemblea decisiva di sabato: «In bocca al lupo, signor sindaco».

Riccardo Canetta

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