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Salute | 05 marzo 2021, 13:45

Busto s'illumina di lilla per sensibilizzare sui disturbi alimentari. «Battaglia da combattere insieme, senza vergognarsi»

«È necessario far conoscere, lavorare su una struttura di sostegno sia a livello medico che scolastico». Un problema che in Italia affligge 3,5 milioni di persone, soprattutto ragazze tra i 15 e i 25 anni. Il Lions Club Busto Arsizio Host al fianco de “ilfilolilla”

Amministrazione comunale e lions al fianco dell'associazione "ilfilolilla"

Amministrazione comunale e lions al fianco dell'associazione "ilfilolilla"

L'Italia si illumina di lilla per una settimana dal 15 marzo, in occasione della giornata nazionale che sensibilizza sui disturbi del comportamento alimentare. Anche Busto Arsizio si colorerà di lilla, illuminando la basilica di San Giovanni, il Palazzo Comunale, la nuova rotonda sul viale Duca d'Aosta nei pressi del tribunale, la sede di Agesp Energia e la fontana di piazza Garibaldi.

L'associazione “ilfilolilla” nasce nel 2018. A Busto Arsizio la referente è Marika Arsieni che ha trovato nel Lions Club Busto Arsizio Host un valido sostegno per portare all'attenzione della città un disturbo che in Italia coinvolge 3,5 milioni di ragazzi e soprattutto ragazze, con la fascia più critica individuata tra i 15 e i 25 anni. «E l'età si sta pericolosamente abbassando – sottolinea la referente de “ilfilolilla” - La giornata del 15 marzo è uno dei modi per sensibilizzare sulla problematica con pannelli informativi, ma l'intento è quello di iniziare un percorso che possa coinvolgere anche la scuola e la società civile. È necessario far conoscere, lavorare su una struttura di sostegno sia a livello medico che scolastico. È importante che nelle nostre scuole si parli di disturbi alimentari e che gli insegnanti vengano formati a riconoscere un disturbo».

In ambito internazionale, il “fiocchetto lilla” rappresenta da più di 30 anni la lotta contro i disturbi del comportamento alimentare, dall'anoressia alla bulimia, dall'obesità al disturbo da alimentazione incontrollata (il cosiddetto Binge Eating).

Queste patologie oggi si possono curare ma richiedono un percorso lunghissimo, dai 4 ai 6 anni, che spesso le famiglie devono affrontare in solitudine e senza gli adeguati supporti.

«Le famiglie vivono diverse fasi, dal disorientamento all'incredulità nell'accettare una situazione così incomprensibile perché difficilmente accettano il motivo per il quale i propri figli decidono fondamentalmente di distruggersi, di sparire e di non farsi notare - riprende Marika Arsieni -. È necessario però uscire dall'idea che bisogna vergognarsi di avere un figlio che ha disturbi del comportamento alimentare».

Le strutture sul territorio sono poche. In più c'è da considerare l'aspetto economico. Le cure sono costosissime, perché sono prettamente ambulatoriali e richiedono frequenti visite con psichiatri, psicologi e nutrizionisti. «Che non fanno nessuno sconto sulla prestazione – sottolinea il presidente del Lions Club Busto Arsizio Host, Alberto Riva – con la conseguenza drammatica che certe famiglie abbandonano il percorso di cura del figlio malato, perché non ce la fanno economicamente. Noi come Lions ci proponiamo di dare una mano in questo senso. Sono sicuro che Franco (Mazzucchelli, ndr) che ci guarda dal tempio civico approverebbe. Lui è stato un nostro grande socio, sono sicuro che sarebbe stato qui con me anche in questa occasione e avrebbe detto “presente” in modo silenzioso, così com'era solito fare e come fanno i lions solitamente».

L'assessore Osvaldo Attolini e il sindaco Emanuele Antonelli hanno poi sottolineato l'importanza di rivolgersi al “terzo settore”, per combattere insieme questa battaglia che coinvolge soprattutto i nostri giovani. «Busto è ancora una città ricca di associazioni e di volontari come Mazzucchelli che dedicano gratuitamente il proprio tempo per il prossimo – ha sottolineato l'assessore ai Servizi Sociali – credo si possa fare leva e conto su di loro; questo è un messaggio che va divulgato, con riferimento al terzo settore, per sopperire alle mancanze». Poi l'appello del sindaco alle famiglie che stanno combattendo in silenzio con i propri figli questa brutta battaglia: «Non vergognatevi e non vivete nell'isolamento la malattia. Esternando troverete chi vi dà una mano».

Alessio Murace

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