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Economia | 15 marzo 2021, 11:51

Le imprese familiari sono le più forti contro la crisi Covid

Dallo studio del laboratorio della Liuc Fabula il responso: meno problemi di liquidità e più reazione ad esempio nello smartworking e nel coinvolgimento delle giovani generazioni. Così come sono più ottimiste sulla ripresa del fatturato estero

Alla Liuc si sono studiate le imprese familiari

Alla Liuc si sono studiate le imprese familiari

La crisi legata al Covid mette alla prova le imprese familiari. Che però confermano la capacità di reazione e anzi molte vedono in questo duro momento anche l'opportunità di un miglioramento.

È quanto emerge dalla ricerca di Fabula, il Family Business Lab della Liuc – Università Cattaneo di Castellanza, che ha interrogato 182 imprese italiane, per l’86% familiari appunto (ovvero imprese la cui maggioranza del capitale è detenuta da una famiglia). 

Le aziende e le sfide

Hanno risposto piccole e medie imprese con un fatturato inferiore ai 50 milioni di settori molto diversi.  Da quello metalmeccanico (14%), ad alimentari/bevande (12%), tessile/abbigliamento (8%), plastica e gomma (8%). 

Tra i temi investigati, le criticità riscontrate e attese a causa della pandemia, le reazioni concentrate sugli aspetti più diversi come competitivi, produttivi, finanziari, organizzativi e di governance. E ancora i risultati conseguiti e previsti, le prospettive future.

L'esito della ricerca rivela che le aziende familiari sono più solide e stabili. «Infatti, pur avendo riscontrato per oltre il 60% dei casi un calo della domanda con riflesso sui fatturati - spiegano i ricercatori - e sui redditi 2020 (ancora oltre il 60% delle aziende familiari dichiara un calo del fatturato 2020 e, oltre il 40%, un calo del reddito), è possibile mettere in luce alcuni aspetti positivi che denotano segnali di ottimismo per il futuro». 

Qualche esempio. Le imprese familiari hanno lamentato problemi di liquidità inferiori (35% delle aziende rispondenti rispetto al 56% delle non familiari nel 2020; 25% contro 60% nelle previsioni 2021). Più di rado hanno attuato azioni di modifica della clientela (45% contro 65% nel 2020; 49% contro 76% nel 2021) e del prodotto (46% contro 56% nel 2020; 50% contro 76% nelle previsioni 2021).

Più rapide e fiduciose

Inoltre,  hanno reagito prontamente mettendo in atto pratiche di smartworking, per oltre il 70% dei casi nel 2020, anche se la percentuale è prevista in riduzione nel 2021 (circa il 57%). Ancora, hanno saputo coinvolgere maggiormente le nuove generazioni, per oltre il 50% dei casi nel 2020 e contano di farlo in misura ancora maggiore nel 2021 (59% circa).  Hanno dato maggior spazio a manager non familiari nel 2020, in circa il 30% dei casi, ma la percentuale prevista sale al 35% nel 2021.

Un altro dato incoraggiante: si attende un aumento del fatturato estero nel 2021 per oltre il 60% dei rispondenti e in misura maggiore rispetto alle aziende non familiari (53%).

Per oltre l’80% dei casi si aspetta una ripresa del fatturato nel 2021 e per quasi il 70% una ripresa del reddito ante imposte nel 2021(le percentuali sono analoghe per le imprese familiari e non familiari).

Ecco poi che per oltre il 75% non ritengono che la crisi attuale rappresenti una minaccia per la sopravvivenza (rispetto al 60% delle non familiari) e una percentuale ancora maggiore (77%) vede la crisi come un’opportunità di miglioramento.

Redazione

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