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Busto Arsizio | 16 marzo 2021, 15:33

«Giù le mani dalla scuola». La protesta dei genitori delle De Amicis contro la Dad

Un gruppo di genitori e bambini dell’istituto comprensivo De Amicis si è riunito davanti alla sede di via Pastrengo per manifestare il proprio dissenso: «Siamo delusi, affranti, preoccupati, frustrati e arrabbiati. Non è accettabile avere i centri commerciali aperti e la scuola chiusa»

«Giù le mani dalla scuola». La protesta dei genitori delle De Amicis contro la Dad

«Giù le mani dalla scuola». L’ha scandito più volte un gruppo di genitori e bambini dell’istituto comprensivo De Amicis che oggi si è riunito davanti alla sede di via Pastrengo per manifestare il proprio dissenso contro la chiusura delle scuole e la didattica a distanza.
L’iniziativa è stata organizzata dai comitati genitori dei quattro plessi scolastici dell’istituto (Collodi, Pascoli, Pontida, De Amicis).

Con cartelli e distanziati, hanno espresso tutto il loro disagio per una situazione che continua da tempo. «Siamo la categoria che da un anno vive nell’ombra delle istituzioni, fanalino di coda dell’agenda politica – il messaggio letto da un papà a nome dei genitori –. Protestiamo per dare voci ai bambini, che da un anno a questa parte si sentono dire: la scuola riapre tra poco, la scuola non riapre più, rispettate le regole. I bambini l’hanno fatto con serietà. Loro non hanno voce, tocca a noi dargliela».

«Se fosse tutto chiuso – insistono i genitori – se vedessimo un progetto convincente, saremmo tutti pronti a seguirlo ancora una volta. Ma in nessuna galassia è accettabile avere i centri commerciali aperti e la scuola chiusa. Siamo delusi, affranti, preoccupati, frustrati e arrabbiati. Il nostro futuro viene prima di tutto. E i bambini sono il nostro futuro: mettiamoli in cima a tutto».

Messaggio ribadito anche da una giovanissima studentessa, questa volta a nome dei bambini, «la categoria che da un anno a questa parte ha rinunciato a molti aspetti fondamentali della propria vita».

Ivan Travaini, insieme agli altri rappresentanti del comitato genitori, ha ribadito tutte le difficoltà legate alla didattica a distanza, soprattutto per chi ha figli piccoli. Difficoltà ancora più pesanti quando ci sono delle esigenze particolari, come ha fatto notare la mamma di un bambino con deficit dell’attenzione e iperattività, per il quale è previsto un programma personalizzato ma non l’insegnante di sostegno (niente lezioni in aula, quindi).

O si lavora o si seguono i bambini, le due cose non sono conciliabili, osservano i genitori, preoccupati per le lacune nel percorso di studi dei figli. Inoltre, dicono, la scuola è un ambiente protetto, dove vengono adottate tutte le misure precauzionali.
La speranza è che dopo Pasqua i bambini possano tornare in aula.

Alla manifestazione era presente anche Matteo Sabba, portavoce della lista Busto Grande: «Non ho figli – commenta – ma è una follia lasciare i bambini a casa da scuola e costringere i genitori a portarli dai nonni, ossia dalle persone più fragili. Questa incongruenza non è stata risolta. E se il commercio ha perso un anno di lavoro (Sabba è anche presidente del Duc, ndr), i bambini stanno perdendo il secondo anno. Stanno pagando più di tutti questa situazione».

R.C.

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