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Economia | 01 aprile 2021, 10:08

Il dossier di Confesercenti Varese "Le imprese nella pandemia": «Siamo arrivati allo stremo»

L'analisi della situazione economica svolta, settore per settore, dall'associazione è drammatica. Il direttore De Fino: «Siamo stanchi di vedere le nostre imprese ricevere le briciole dal Governo, non c'è economia se non ci sono le aziende, la disperazione porta alla follia»

Il dossier di Confesercenti Varese "Le imprese nella pandemia": «Siamo arrivati allo stremo»

Confesercenti Varese ha realizzato un dossier che fornisce una fotografica chiara dei consumi, del pil, del turismo e dei ristori e che denuncia il quadro della situazione attuale e che riflette e contiene le preoccupazioni degli imprenditori della nostra provincia che non hanno mai manifestato in modo eccessivo e che si sono sempre attenuti alle regole anti Covid, facendo sempre la loro parte con una forte attenzione alle misure dettate dal Governo.

«Troppe le promesse fatte con la richiesta di tenere duro, ma oggi siamo arrivati allo stremo - commenta in una nota il direttore dell'associazione Rosita De Fino - una situazione che se non si risolve a brevissimo avrà conseguenze gravi su tutto il territorio. Siamo stanchi di dover trovare giustificazioni di tempo, siamo stanchi di vedere le nostre imprese che a fatica vanno avanti e che continuano a riceve briciole dal Governo. Vogliamo una via d’uscita veloce e che riporti la nostra economia alla ripresa. Non c’è economia se non c’è impresa. Le aziende che erano in difficoltà rischiano di chiudere e le aziende più virtuose stanno esaurendo i risparmi di una vita. La ripresa deve viaggiare di pari passo con la campagna vaccinale, con sostegni adeguati e con la fiducia alle imprese di un accesso al credito più snello».

«Così non si può andare avanti e il prolungamento della zona rossa devasta qualsiasi motivazione all’attesa di riaperture certe e in sicurezza - prosegue De Fino - E’ tutto fermo. Serve un cambio di passo per la ripartenza e chiediamo ai sindaci della nostra provincia scelte incisive, rapide ed adeguate non solo sul fronte dei sostegni alle famiglie ma anche nel segno diretto alle imprese che oggi sono allo stremo dopo un anno di dure limitazioni che le ha costrette ad abbassare le serrande. Senza imprese, in particolare quelle diffuse, nei centri storici, nei quartieri, nei piccoli centri e nei borghi, la nostra Provincia come del resto il nostro Paese sarebbe più povero. La disperazione porta alla follia». 

Redazione

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