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Economia | 29 aprile 2021, 11:31

Tiene l'export del Lombardia Aerospace Cluster che guarda alle Olimpiadi 2026

Durante l'assemblea delle imprese del settore è stato presentato l'accordo per facilitare la partecipazione delle Pmi ai programmi internazionali. Il presidente Vallerani: «L'evento del 2026 occasione unica per dare vita a sistemi di mobilità e sicurezza»

Angelo Vallerani

Angelo Vallerani

L’export dell’industria aerospaziale lombarda tiene, facendo eccezione sia rispetto all’andamento del commercio internazionale del settore a livello nazionale, sia ad un generale calo delle vendite all’estero registrato nella manifattura italiana e lombarda.

Anzi, nonostante un anno caratterizzato dalle pesanti ricadute economiche della pandemia, le esportazioni lombarde di aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi nel 2020 sono aumentate del +0,4% arrivando a quota 1,018 miliardi, grazie ad una netta inversione di tendenza messa a segno nell’ultimo trimestre. Un dato che assume una certa rilevanza se si pensa che tutto il resto dell’export lombardo ha registrato nello stesso periodo una flessione del -10,6% e quello italiano del -9,7%. Ma l’aerospazio della Lombardia riesce a fare eccezione non solo rispetto al contesto economico generale, ma anche a quello del suo stesso settore. L’aerospazio made in Italy, infatti, ha chiuso il 2020 con un -20,3%. Sono questi i dati che hanno fatto da sfondo all’Assemblea annuale delle imprese che aderiscono al Lombardia Aerospace Cluster.

«Il dato dell’export -commenta il presidente Angelo Vallerani - è positivo perché dà prova dei nostri fondamentali, della capacità di stare sul mercato delle imprese e della caratteristica anticiclica del settore soprattutto sul nostro territorio. Bisogna, però, allo stesso tempo ricordare che il 2019 per le nostre vendite all’estero era stato un annus horribilis. Possiamo essere soddisfatti della tenuta, dunque, solo perché registrata in un 2020 caratterizzato da una situazione senza precedenti come quello della pandemia». Anche per questo lo sguardo del Lombardia Aerospace Cluster è rivolto ad una programmazione nei prossimi anni per il posizionamento delle imprese, soprattutto piccole e medie, sui principali driver di sviluppo per il settore. In primis quello rappresentato dalla partecipazione ai programmi interazionali aerospaziali e della difesa.

In questo senso l’assemblea è stata l’occasione per presentare la firma di un accordo quadro che il Lombardia Aerospace Cluster ha siglato con l’Associazione Italiana Prove non Distruttive (AIPND) che farà da facilitatore per l’accesso delle imprese ai servizi dell’NADCAP - National Aerospace and Defense Contractors AccreditationProgram. Ossia il programma di cooperazione internazionale che definisce i requisiti di accreditamento per essere fornitori dei principali prime contractors a livello globale e partecipare, dunque, ai più importanti programmi industriali internazionali del comparto. Ne fanno parte realtà del calibro di Boeing, Leonardo, Bombardier, Comac, GE Aviation, Rolls-Royce, Safran.

«Quello delle certificazioni necessarie all’inserimento delle Pmi nelle principali catene del valore – spiega Vallerani – è un fronte che ci vede protagonisti da tempo. Sul solco di questa fondamentale attività per permettere alle imprese lombarde di ogni taglia di stare da sole sui mercati internazionali abbiamo deciso di impostare questo accordo quadro con l’Associazione Italiana Prove non Distruttive che ci permetterà di facilitare i rapporti tra le aziende del nostro Cluster e il Programma NADCAP che detta standard di prodotti e processi. Un’azione molto pragmatica, un servizio concreto che permetterà alle imprese di avere risposte più rapide dai responsabile del NADCAP e portare avanti con più facilità attività spesso time consuming».

Gli occhi delle imprese aerospaziali sono puntati anche sulle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina del 2026: «Si tratta – spiega Vallerani – di un’importante occasione per innovare il territorio, dar vita ad una mobilità e a sistemi di sicurezza di nuova generazione. Le nostre imprese con le loro tecnologie e competenze, insieme a quelle degli altri cluster tecnologici regionali della mobilità, delle smart cities e dell’energia, possono essere protagoniste di un cambio di paradigma giocato su tre livelli: terra, aria e spazio. Penso concretamente al monitoraggio satellitare e a quello svolto attraverso i droni. Oppure alla creazione di un sistema di eliporti e vertiporti per una mobilità integrata. Passa tutto dal nostro settore. Auspichiamo in progetti ambiziosi che possano cogliere, come spesso avviene, l’opportunità di un grande evento per portare benefici di lungo periodo allargati all’intera collettività. Sarebbe un modo lungimirante di impostare una politica industriale in grado di creare sviluppo facendo leva sul know-how presente sul territorio».

In tal senso un percorso di collaborazione è già stato avviato a gennaio dal Lombardia Aerospace Cluster insieme a Regione Lombardia.

Redazione

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