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Economia | 04 maggio 2021, 09:50

Criptovalute emergenti: occhi puntati su Polkadot, Chainlink e Avalanche

Criptovalute emergenti: occhi puntati su Polkadot, Chainlink e Avalanche

Il settore crypto, trascinato dal Bitcoin, dopo aver fatto segnare a metà aprile l'ennesimo record storico di capitalizzazione, nell'ultima ottava ha subito una decisa battuta d'arresto. Le prese di beneficio, seguite all'ultimo strappo rialzista, hanno riportato i prezzi su valori inferiori ai top di oltre dieci punti percentuali. Sebbene le strutture di lungo periodo non siano state minimamente intaccate dal recente affondo, molti investitori si chiedono se questo movimento sia solo l'inizio di una correzione più profonda o l'inaugurazione di una fase di congestione, come già accaduto nel recente passato. La seconda opzione potrebbe essere estremamente interessante, poiché, esclusa la formazione di un canale distributivo, un ulteriore accumulo darebbe l'opportunità di posizionarsi a tutti quei risparmiatori che sono rimasti fuori dal rialzo precedente.

Gli investitori che non abbiano un approccio meramente speculativo, oltre ad approfittare della formazione di un pattern buy on deep per acquistare un asset digitale e detenerlo fino a quando non abbia generato un determinato rendimento, potrebbero trarre sicuramente vantaggio dalla selezione di criptovalute emergenti che ancora non abbiano espresso pienamente il proprio potenziale sia in termini di scalabilità del progetto, sia nel conseguente apprezzamento del token ad esso collegato.

 Naturalmente il processo di cherry picking non è di semplice implementazione, perciò è consigliabile approfondire la tematica, anche con l'ausilio di risorse presenti sul web. Una valida guida, in tal senso, è quella riguardante le criptovalute emergenti da acquistare, redatta dai professionisti di investimentifinanziari.net, che analizzano la situazione attuale dei mercati finanziari.

Polkadot: tra scalabilità e iperspecializzazione

 

Fra le crypto da tenere d'occhio, Polkadot è sicuramente un progetto che merita un approfondimento, poiché ha l'obiettivo di superare alcuni problemi che riguardano due aspetti focali della blockchain: la scalabilità e l'estrema specializzazione di alcune crypto.

Per superare il limite di processare un numero elevato di transazioni, nella singola unità di tempo, senza inficiare la qualità delle transazioni e dover di conseguenza decentralizzare l'operazione, Polkadot divide la blockchain in piccoli frammenti, coordinati da una centrale avente il compito smistare le operazioni a tali sottosezioni; queste, regolando singolarmente le transazioni, snelliscono il processo, evitando la formazione di colli di bottiglia. L'aspetto dell'iperspecializzazione delle varie piattaforme, invece, viene superata permettendo la comunicazione e l'interapplicazione tra i vari progetti, creando un ecosistema ben più efficiente rispetto alle funzionalità delle blockchain prese singolarmente.

Chainlink: collegare la blockchain al mondo esterno

 

Ciò che ha favorito il rapido sviluppo e un utilizzo sempre più diffuso della blockchain sono due caratteristiche: la sua immutabilità e impenetrabilità dall'esterno. Tuttavia questo punto di forza, in alcuni frangenti, può risultare un limite: basti pensare ai casi in cui, per svolgere determinati processi, vi sia bisogno di mettere in comunicazione i registri con alcune informazioni che si trovano al di fuori della catena a blocchi.

Chailink si propone di superare questo problema di interpolazione attraverso l'utilizzo dei nodi, che permettono non solo di mettere in comunicazione progetti già esistenti, ma anche di collegare la blockchain con il mondo esterno, senza comunque compromettere la sicurezza e la riservatezza del protocollo.

Avalanche: la nuova Ethereum?

 

Avalanche è un protocollo open-source che ospita applicazioni finanziarie decentralizzate e blockchain interpolabili. Anche questo progetto si pone l'obiettivo, per renderne scalabile l'operatività, di aumentare il volume e la velocità con cui vengono processate le transazioni, ponendosi come diretta concorrente di Ethereum -seconda criptovaluta per capitalizzazione-.

Il crescente utilizzo di quest'ultima, infatti, pone seri dubbi sull'incapacità di elaborare le informazioni abbastanza velocemente e soprattutto si cerca una soluzione per ovviare al problema delle crescenti commissioni applicate per poter usufruire di questo protocollo. Inoltre il fatto che la virtual machine di Ethereum sia compatibile con il progetto Avalanche, permette ai programmatori una facile migrazione verso quest'ultimo, rendendo, come già accennato, il token Avax un futuro asset che potrebbe soppiantare ETH anche nella preferenza degli investitori.

 

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