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Busto Arsizio | 02 giugno 2021, 10:00

Il nuovo sogno dell’assessore Mariani: una “Hydrogen Valley” a Busto

L’esponente di giunta con delega all’Urbanistica ha nel mirino i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che destina fondi importanti alla transizione ecologica e in particolare alla filiera dell’idrogeno. Ma i progetti in campo sono tanti

L'assessore all'Urbanistica, Giorgio Mariani, davanti alla mappa della città di Busto

L'assessore all'Urbanistica, Giorgio Mariani, davanti alla mappa della città di Busto

Busto «chiama» nuovi residenti e investitori (leggi qui) e intanto prova a cambiare volto. Dopo il progetto per l’area delle Nord premiato dalla Regione (leggi qui), l’assessore all’Urbanistica Giorgio Mariani guarda anche alla zona delle Ferrovie dello Stato (leggi qui). E c’è un – nuovo – sogno: creare in città una “Hydrogen Valley”. Senza dimenticare i bandi di cui si attende l’esito e… le spine nel fianco.

La rivoluzione dell’idrogeno

«Un grande sognatore che alla fine ha avuto ragione». Così il sindaco Emanuele Antonelli aveva definito l’assessore durante la presentazione del progetto delle Nord. Ora, come detto, il nuovo sogno dell’esponente di giunta riguarda la “Hydrogen Valley” di Busto

«L’obiettivo – spiega – è accedere ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che destina fondi importanti alla transizione ecologica e in particolare alla filiera dell’idrogeno».

Perché a Busto? «La città ha sul suo territorio due interporti: quello dell’Hupac, legato alle Ferrovie dello Stato, e quello di Sacconago, legato alle Nord e alla Cargo City di Malpensa. L’idea è quella di rendere sostenibili i camion che attraversano la città grazie all’idrogeno».

L’intento è sviluppare «tutta la filiera dell’idrogeno, compresa la costruzione dei mezzi, con l’indotto collegato», precisa Mariani, che aggiunge: «Perché non far rivivere la Manchester d’Italia fornendo opportunità agli industriali e agli artigiani?».

L’assessore ha iniziato a muoversi: «Ho portato al tavolo Univa, Confartigianato, Sea, per vedere che cosa ne pensassero. Hanno apprezzato l’idea, perché sarebbe uno sviluppo industriale che al momento non esiste. Un po’ come il fotovoltaico di una quindicina di anni fa».

«Vogliamo realizzare un progetto molto concreto – prosegue – al fine di accedere ai finanziamenti».
L’obiettivo è dare nuova linfa alla zona industriale. Di fatto, attualmente «la pecca della logistica sta nel fatto che il container, una volta arrivato con il treno sui nostri interporti, viene trasportato mediamente per 50-60 chilometri dai camion che lo conducono a destinazione. Noi vorremmo intervenire, anche con l’aiuto della Regione, inserendo i camion ad idrogeno per questo tratto. Per quello finale (“l’ultimo miglio” dal magazzino al cittadino), la consegna potrà essere fatta con mezzi elettrici».

Gli altri progetti

Questo, dunque, il sogno "concreto" dell'assessore. Che si affianca al progetto delle Nord, dove l’idea è quella di coniugare le esigenze (e gli alloggi) di giovani e anziani.

Entro fine luglio, invece, si dovrebbe siglare l’intesa per il terzo polo dell’Insubria, che porterebbe a Busto 500 studenti tra il corso di laurea magistrale e, successivamente, triennale in scienze motorie.

«Questo renderà la città più pulsante, più viva – afferma Mariani –. Un ruolo importante sarà giocato dal nuovo ospedale di Busto-Gallarate, mentre dovremo anche pensare alla struttura attuale, che immagino legata a servizi per benessere e salute».

L’assessore leghista non nasconde che gli piacerebbe continuare a seguire lo sviluppo dell'area delle Nord, che iniziò a studiare ai tempi dell’università e della tesi di laurea.

In attesa di conoscere l’esito del bando relativo al alcune incompiute (tra cui l’ex calzaturificio Borri, che l’assessore può “osservare” direttamente dal suo ufficio): «Vincere un bando nazionale presenta qualche difficoltà in più», ammette, anche perché conterà molto l’indice di vulnerabilità sociale, come per l’ex macello e l’ex oratorio civico di Sacconago (leggi qui).

Staremo a vedere. Intanto, sollecitato a individuare una “spina nel fianco”, Mariani non ha dubbi: «La zona centrale via Matteotti, a San Michele. Anche se gli oneri di urbanizzazione non sono così alti, non ci sono segnali da parte dei privati per quell’area. Se avessi la bacchetta magica, la userei sicuramente qui».

Riccardo Canetta

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