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Attualità | 15 luglio 2021, 15:53

Il dolore di Gallarate e degli amici della montagna per Lorenzo Scandroglio

Il sindaco Cassani: «Molto colpito». Profondamente addolorato Massimo Gnocchi: «Un grandissimo amico. Lo ricorderemo per sempre». La guida alpina bustocca Marco Tosi lo descrive come «un filosofo stregato dalla montagna». «Lascia un grande vuoto», dice Giorgio Tagliabue

Addio a Lorenzo Scandroglio

Addio a Lorenzo Scandroglio

La scomparsa di Lorenzo Scandroglio (leggi qui) ha scosso profondamente più comunità. In Ossola, dove si era trasferito da anni, piangono il grande amante della montagna, l’alpinista, il volontario del soccorso alpino.

Nella sua Gallarate, c’è lo strazio della famiglia e degli amici di una vita. Lo conoscevano in tanti, anche per l’impegno in ambito culturale e nel Cai.

Il sindaco Andrea Cassani si dice «molto colpito» per questa perdita, ed esprime ai familiari il cordoglio della città.

Di recente, Scandroglio si era avvicinato alle vicende della vita amministrativa, aderendo a Obiettivo Comune, il movimento del candidato sindaco Massimo Gnocchi. I due erano molto legati.

«Gli amici di Obiettivo Comune lo ricorderanno per sempre» è l’unica frase che riesce a pronunciare Gnocchi in questo momento di dolore inconsolabile.

In tanti in queste ore stanno condividendo sui social i loro ricordi. Molti riguardano la montagna: è il caso di Marco Tosi, guida alpina di Busto Arsizio. «Conoscevo Lorenzo da una vita, dai suoi primi reading poetici. Lui era un filosofo, un animo sensibile che si era avvicinato al mondo della montagna e ne era rimasto stregato». In questi giorni, Tosi era rimasto in contatto con la compagna: «Purtroppo conoscevo la gravità della situazione. Sono vicino a Cecilia e a chi rimane a gestire questo dolore. Lorenzo era molto attivo, amava stare all’aria aperta. Restano i ricordi delle gite di scialpinismo, degli eventi organizzati con l’associazione Linea Verticale. Ci siamo visti l’ultima volta la scorsa primavera: mi rimane il ricordo di una bella giornata insieme».

Giorgio Tagliabue, figlio di Luigino, a lungo presidente e anima del Cai di Busto, racconta che «io e Lorenzo eravamo legati dalla grande passione per la montagna e la Val Formazza, che a me era stata trasmessa da mio padre. Ci conoscevamo da tempo, avevamo fatto insieme delle presentazioni al Panathlon La Malpensa di una gara di scialpinismo intitolata a mio padre. Amava la montagna e i suoi segreti, era in grado di coglierne l’aspetto letterario. La nostra non era un’amicizia intima, ma mi sentivo legato a lui a pelle. Era una persona fuori dagli schemi, che viveva per il suo rifugio Myriam, che era il suo mondo. Una di quelle persone che lasciano un vuoto».

Riccardo Canetta

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