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Attualità | 13 settembre 2021, 19:10

Il nonno di Eitan indagato per sequestro di persona

Di rapimento parlano esplicitamente anche le autorità israeliane. Intanto i legali italiani dell'uomo hanno dato una spiegazione del suo comportamento

Il nonno di Eitan indagato per sequestro di persona

Svolta  nell'inchiesta sul sequestro di Eitan, il piccolo unico superstite della tragedia del 23 maggio al Mottarone condotta dal procuratore di Pavia Mario Venditti. Il nonno materno del piccolo, Shmuel Peleg, 58 anni, che ha portato il bambino a Tel Aviv, è accusato di sequestro aggravato di persona.

L'11 agosto scorso il giudice tutelare di Pavia aveva emanato un decreto con cui vietava l'espatrio a Eitan salvo che in presenza o con l'autorizzazione della sua tutrice, la zia Aya. Il decreto era stato trasmesso alla Prefettura e alla Questura di Pavia con l'ordine di diramarlo a tutti i punti di frontiera e di inserirlo nelle banche dati delle forze di polizia che controllano le frontiere.

E di rapimento parlano esplicitamente anche le autorità israeliane. Secondo un parere del ministero degli Esteri israeliano citato dal sito N12,  le modalità dell'arrivo nello Stato ebraico del bambino "rientrano nella definizione di 'rapimento di bambino', come previsto dalla Convenzione dell'Aia", ratificata da Israele nel 1991. Sempre secondo questo parere legale, continua N12, Israele "è obbligato a fare tutto quanto in suo potere per restituire Eitan, prelevato senza il consenso della sua custode legale in Italia". Inoltre, secondo lo stesso parere, "l'affidamento di Eitan sarà determinato solo dal Tribunale della sua residenza permanente, e si stima che se non ci sarà accordo tra le due parti della famiglia Israele dovrà agire per restituirlo alle autorità italiane".

Intanto i legali italiani del nonno di Eitan, in una nota, hanno offerto una spiegazione del comportamento di Shmuel Peleg. “Dopo essere stato estromesso dagli atti e dalle udienze e preoccupato dalle condizioni di salute del nipotino, ha agito d'impulso". Lo spiegano i legali Sevesi, CarsanigaPolizzi, che aggiungono: "Ci impegneremo perchè vengano riconosciuti i diritti della famiglia materna, dopodichè confidiamo che Shmuel ritorni ad avere fiducia nelle istituzioni Italiane e ci impegneremo in tal senso". Secondo i legali, il loro assistito "dopo aver tentato invano per mesi di poter portare la voce della famiglia materna nel procedimento civile di nomina del tutore e dopo essere stato estromesso dagli atti e dalle udienze e preoccupato dalle condizioni di salute del nipotino, ha agito d'impulso".

Gli avvocati si dicono "fiduciosi che, una volta ripristinata la correttezza del contraddittorio nei vari procedimenti civili, e ottenute rassicurazioni dai medici israeliani, potrà tornare a discutersi del suo affidamento nelle sedi opportune. Le azioni di prepotenza sono sempre sbagliate - aggiungono - però mettiamoci nei panni di un signore che in terra straniera perde 5 familiari tragicamente, al quale i medici non parlano e gli avvocati dicono che il procedimento civile di tutela di Eitan e' stato fatto in modo sommario".

da VcoNews.it

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