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Busto Arsizio | 18 settembre 2021, 13:03

Busto apre la nuova ala per una vita più autonoma delle persone disabili: «E come diceva Piero, non è finita qui»

Presentazione delle autorità della quarta parte del centro Anffas di via Piombina. Cornacchia (Fondazione Ravera): dieci giovani autistici potranno imparare una vita autonoma. Una formula flessibile, possibile grazie all'energia del compianto Magistrelli e tanti benefattori. TUTTI I VIDEO

Busto apre la nuova ala per una vita più autonoma delle persone disabili: «E come diceva Piero, non è finita qui»

È finita, anzi è ricominciata. Oggi sabato 18 settembre è stata presentata alle autorità la nuova ala per persone con disabilità che possono apprendere una vita più autonoma, al centro di via Piombina. Al polo Anffas - Mario Ravera è risuonato da più voci quello che diceva Piero Magistrelli, indimenticata anima del progetto: «E non è finita qui».

Nel complesso residenziale dove oggi vivono 34 persone, è stata ricavata una quarta casa da 10 posti: una sperimentazione di due appartamenti da 5 persone, che hanno bisogno di un sostegno a bassa intensità.

Tutti l'hanno ricordato, con emozione, a partire dal presidente della Fondazione Lion Ravera Diego Cornacchia.  «La nuova struttura, la quarta, volle fortissimamente realizzarla Piero e non ha potuto inaugurarla, quantunque fosse già pronta. Ci dava ordini e suggerimenti fino all'ultimo». 

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 Accanto all'avvocato Cornacchia, Paola Magistrelli e tutta la famiglia, il presidente dell'Anffas di Busto Igino Portatadino e tutte le figure chiave degli enti coinvolti in questa operazione, molti benefattori. Molti, moltissimi sono stati ricordati: come i "moschettieri" che innescarono tutti con Magistrelli, Gianluigi Armiraglio, Bruno Tosi, Franco Mazzucchelli, Luigi Brugnoli.

Chissà se era presente il benefattore anonimo, si è chiesto Cornacchia, che ha invitato a continuare a credere e donare in questa realtà. Come pure all'amministrazione cittadina a non far mancare mai il supporto, in quanto erano presenti tutti i candidati sindaco: Emanuele Antonelli, Laura Bignami, Gianluca Castiglioni, Gigi Farioli, Chiara Guzzo e Maurizio Maggioni. Probabilmente il primo evento con questo en plein, e ciò la dice lunga sul rapporto tra Busto e la comunità di via Piombina. Tra l'altro, c'è già una richiesta extra - ma fondamentale - imminente: mettere i dissuasori di velocità per garantire un attraversamento in sicurezza.

Con il nuovo millennio è fiorita la comunità Brugnoli Tosi, oggi si sono quadruplicate le realtà e sono stati spesi in tre lustri oltre 4,3 milioni. Molte le persone che hanno aiutato, impossibile ricordarle tutti. I progetti nascevano da Magistrelli, che spesso li disegnava lui stesso «chiamato geometra, architetto, ingegnere, anche se aveva fatto le scuole basse». Certo, poi intervenivano professionisti e benefattori come l'ingegner Ercole Milani e anche nella lista dei fornitori si conta tanta generosità.

La Fondazione Ravera è a firma Lions, lo spirito è quello del servire, «we serve». Come ha ribadito il governatore Gino Balestra. Magistrelli, ha detto, un vulcano, con cui si discuteva anche: «Ma alla fine aveva sempre ragione».

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Quell'energia, fiammante ma positiva, nei confronti è stata evocata anche da Emilio Rota, presidente di Anffas regionale: «Aveva una visione che superava anche la fantasia».

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Una nuova possibilità per dieci persone, lanciata con la Fondazione Piatti, rappresentata dalla presidente Cesarina Del Vecchio: «La stima grande tra di noi è un ricordo che mi rimarrà. Lui in un attimo si muoveva, grazie ai tanti amici che l'hanno circondato».

E poi quel suo guardare avanti sempre, indicato dal presidente della Provincia e sindaco uscente e candidato sindaco Emanuele Antonelli: «Quando c'era qualcosa da inaugurare, mi toccava dentro e mi diceva: ti piace? Va be' ma non è mica finita qui».

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Il centro è nato, come sempre accaduto, da uno schizzo di Magistrelli. Da una chiacchierata, ha ricordato Michele Imperiali della Fondazione Piatti: «È un complesso residenziale che riunisce persone con disabilità e diversi bisogni di sostegno». Dieci posti suddivisi con una flessibilità in base al mutare delle necessità: la differenza la fa il personale.

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Prima della benedizione del parroco don Claudio Caregnato, il prevosto monsignor Severino Pagani ha a sua volta ricordato la figura di Piero, ma anche la bellezza di venire qui, ascoltare i ragazzi, condividere con loro. Rivolgendo più grazie, prima di tutto a Dio perché vivo in una città che ha profonde sensibilità cristiane».

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Poi la visita, nella parte ludica, ma anche negli appartamenti, dove ci si appresta a iniziare una nuova vita, illustra il presidente Anffas Busto Igino Portatadino. Primi destinatari, i giovani autistici che impareranno così a impostare una vita autonoma.

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Marilena Lualdi

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