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Legnano | 26 settembre 2021, 07:00

Da Moser sognando piste ciclabili così. Ma con dentro un sussurro: Legnano

Settima tappa del Giro dei Campioni: altri 162 chilometri da Finale Emilia a Trento e Rovereto. Nel ricordo di un ragazzo speciale e visitando Moser

Da Moser sognando piste ciclabili così. Ma con dentro un sussurro: Legnano

Si corre dentro i ricordi e anche in un futuro possibile: uno sguardo alle piste ciclabili del Trentino e subito si pensa che sì, è possibile pedalare in sicurezza. Diverse sensazioni quelle che si affacciano sulla settima giornata del Giro dei Campioni, a opera dei legnanesi Enzo Tesoro, Massimo Monti, Roberto Damiani, Giorgio Bittanti con Iose Porta e Angelo Bucci.

Partenza poco dopo le 9, come sempre, da Finale Emilia: bisogna procedere spediti verso il Trentino, dove attende Moser, o meglio suo figlio. Ma prima c'è un'altra occhiata, accompagnata da un ricordo struggente: quello di un giovane, fermato con i suoi sogni. «Prima di partire abbiamo autografato una maglietta in ricordo di Riccardo (travolto da un camion mentre si allenava) al padre Raffaele persona di una gentilezza e serenità inimmaginabili» precisa Enzo.

La strada, com'è stata tecnicamente? «All'inizio i soliti, lunghissimi rettilinei di pianura. Poi un po' più movimentato nelle bellissime piste ciclabili in Trentino» dice Roberto, contando i giorni, constata che questo è il terzultimo. Ci si avvicina a Legnano, al sogno di realizzare il museo: lo si deve a questa storia che si riallaccia a quella del marchio Legnano.

Fa altri calcoli Massimo: «Oggi 162 chilometri, quasi 600 metri di dislivello positivo, Da Trento passiamo a Villa Lagarina. Qui c'è un vento favorevole...».

Ciascuno ha vissuto a modo proprio questa giornata che conduce verso la conclusione: «Fatti i saluti a Elena  con il fratello dell’albergo “Casa Magagnoli” siamo partiti alle 9,10 verso la meta della nostra sesta tappa - poi Enzo confessa - Poco dopo la partenza ho avuto un attimo di tristezza pensando che avremmo percorso la ciclabile affianco all’Adige la mente è corsa all’altro splendido viaggio la “Legnano-Vajont” storia triste del nostro passato un omicidio di stato predeterminato dove i veri colpevoli se la sono scampata. Fortunatamente o sfortunatamente il percorso ci ha portato verso una strada non asfaltata e quindi la mente è tornata al presente».

Ci si concentra sulle ciclabili, anche se c'è una sirena da cui è arduo distogliere gli occhi, l'Adige. Lo spettacolo delle montagne è altrettanto tentatore: «Successivamente la pedalata è proceduta in modo regolare sino al raggiungimento dell’Adige e da lì abbiamo fatto dei pezzi di ciclabile.  Percorso che si snodava tra vigneti (tantissimi) e ulivi (non molti). La grossa parte delle viti era già stata “spogliata” ma non tutti e… qualche grappolo l'abbiamo assaggiato». 

A casa Moser si consegna, come di rito, il gagliardetto della città di Legnano. Il figlio Carlo scorta  nel museo dedicato al padre, poi lo si celebra con una bottiglia del  Brut 51,151, il record conquistato da Moser in Messico. Serve un bel riposo: magari sognando piste ciclabili. Un sogno che si è già toccato con mano.

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Ma. Lu.

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