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Busto Arsizio | 22 ottobre 2021, 09:37

Troppa astensione, per La Sinistra Chiara è «pirrocrazia»

«Non vediamo alcun trionfo – afferma dopo i ballottaggi il movimento che ha sostenuto Chiara Guzzo alle elezioni di Busto – ma la grave e pericolosa crisi in cui versa la nostra democrazia». Ora occorre «riprendere un dialogo con le periferie»

Un'iniziativa della Sinistra Chiara durante la campagna elettorale

Un'iniziativa della Sinistra Chiara durante la campagna elettorale

«A qualche giorno dalla seconda tornata elettorale che ha visto le destre pesantemente sconfitte nei grandi centri cittadini, noi non vediamo alcun trionfo, ma la grave e pericolosa crisi in cui versa la nostra democrazia».
Dopo i ballottaggi, La Sinistra Chiara, realtà che alle elezioni comunali di Busto Arsizio ha sostenuto la candidatura di Chiara Guzzo, parla di “pirrocrazia”.

«Pirro – scrive LSC in una nota – vinse coi romani una battaglia, ma alla fine, lasciò sul campo così tanti soldati da perdere la guerra. Il dato più evidente risulta, in modo ancora più marcato che nella prima, il forte astensionismo; in media il 56% della popolazione non si è recato alle urne. Qualsivoglia esultanza per questo esito apre le porte alla pirrocrazia, al governo di pochi che oggi comandano sulle macerie della partecipazione popolare, e il cui esito potrà essere la disfatta della democrazia stessa».

Quindi un focus su Busto e, in particolare, sulle periferie, che il movimento ha visitato durante la campagna elettorale: «Zone segnate da un lampante disinteresse delle amministrazioni che nei decenni hanno governato questa città. Caseggiati, dai quali salta agli occhi l'evidente mancanza di manutenzione cronica, inseriti in un tessuto pesantemente urbanizzato e privo dei più elementari servizi di prossimità. Le persone che abitano questi quartieri hanno in proporzioni storicamente inedite deciso di non partecipare al voto amministrativo. In migliaia non hanno espresso la loro preferenza, non si sono avvalse del loro dovere-diritto, non si sono sentite rappresentate da nessuno, non hanno voluto sentirsi parte di una comunità… si sono chiamate fuori.  I pochi che sono andati a votare hanno scelto di nuovo chi da decenni tiene i quartieri in queste condizioni, una sorta di plebiscito a favore del "pensiero unico" radicatosi nel tempo e nelle coscienze che non ha riconosciuto né alternative né opposizioni, resesi anch'esse nel tempo irriconoscibili».

Per La Sinistra Chiara occorre una profonda riflessione: «C’è da chiedersi se tutti i partecipanti a questa tornata elettorale si stiano interrogando su quali siano le loro responsabilità in merito a quest’astensione. Se con le loro politiche abbiano o meno contribuito ad alimentare questa distanza. Riteniamo fondamentale che si intraprenda un percorso di riflessione sulle ragioni di questa astensione che deve essere il tema politico più significativo dei prossimi anni perché va a toccare uno degli aspetti centrali della vita cittadina e che è al primo punto del nostro programma: la partecipazione. Non può esserci democrazia senza un attivo coinvolgimento nei processi decisionali di chi vive la città. Nel nostro programma elettorale abbiamo marcato in modo significativo la distanza dalle proposte dalle forze da sempre rappresentate nelle sale consiliari, proprio in merito al tema delle periferie. Le compagini che hanno festeggiato nelle sale del palazzo comunale si sono distinte in questi anni per il loro totale disinteresse nella costruzione di un dialogo costruttivo e attivo con la popolazione, specie con chi abita i margini della città».

La Sinistra Chiara, come «forza alternativa e nuova, chiaramente di sinistra», intende «riprendere un dialogo significativo e costruttivo in particolare con questi quartieri per tentare di arrestare l’inedia e il disincanto di chi per troppi anni si è sentito abbandonato al proprio destino. Pensiamo sia imprescindibile a questo punto creare un cambiamento dalla base anziché crogiolarsi in vittorie di Pirro».

Redazione

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