Opinioni - 10 novembre 2021, 10:30

L'OPINIONE. Non sono tutti sorrisi. Ma il messaggio (rosa) è consegnato

La presidente Laura Rogora, le vice Claudia Cozzi e Valentina Verga. Il discorso appassionato di Patrizia Testa. Il finale del consiglio con lo schieramento contro la violenza sulle donne "convocato" da Isabella Tovaglieri. E un lavoro che promette nuovi frutti, di cui c'è tanto bisogno

L'OPINIONE. Non sono tutti sorrisi. Ma il messaggio (rosa) è consegnato

Tre su tre: Laura Rogora (Forza Italia), presidente del consiglio comunale. Le vice: Claudia Cozzi (Fdi) e Valentina Verga (Pd). Non è un'"occupazione", bensì un riconoscimento pieno di ciò che ha fatto la differenza alle elezioni amministrative di Busto Arsizio. Anzi di chi l'ha fatto: le donne. 

Alcuni segnali sono stati mandati, ma non c'è niente da celebrare: questo è solo l'inizio. Certo è che quella di martedì sera è stata una prima seduta di consiglio comunale a Busto Arsizio da più punti di vista. La città potrà conservare alcune immagini intense di questa serata.

La prima a parlare è una donna, non per difendersi perché non ha niente per cui farlo, bensì per chiedere e dare chiarezza. Una donna che è scesa in campo ormai da diversi, troppi anni per un simbolo che Busto non ha quasi mai sostenuto: i pochi che l'hanno fatto, hanno spesso subìto pure e critiche. Parliamo della Pro Patria e il primo atto del consiglio è stato scrutare dentro il tema dell'incompatibilità tra la carica di consigliera e quella di presidente della società. Patrizia Testa, con la sua mascherina biancoblù, ha parlato, in modo appassionato. Non le ha mandate a dire, perché in passato - in assenza di una convenzione tra Comune e società - la doppia carica è andata in onda senza trasmissioni. Ma «le regole sono regole». E farà una rinuncia, dolorosa, ma la farà. 

Poi, la votazione per la presidenza, con la scelta tra due donne. La strada è già tracciata, poiché la maggioranza non ha mai nascosto di volere questo ruolo a differenza di quanto accadde nella prima manifestazione, accidentalmente ma non troppo (le redini andarono al rappresentante dell'opposizione Valerio Mariani). Diventa dunque presidente Laura Rogora, che subito dichiara che non sarà un moderatore di assemblea: aspetto fondamentale, ma non unico. Si tratta di aprire alla città, bussare ai disillusi o agli impigriti, e lei afferma con forza che questo compito non ritiene affatto meno rilevante questo compito, anzi. 

Valentina Verga diventa comunque vicepresidente, accanto a un'altra donna, Claudia Cozzi. Ricordiamo che anche in giunta ci sono tre donne: Manuela Maffioli, Paola Reguzzoni e Daniela Cerana. Come già detto, le votazioni a Busto hanno dato questo riferimento forte: le donne hanno lavorato, spesso silenziosamente, e sono state premiate (LEGGI QUI). Altri segnali vengono offerti via via, ma un'immagine forte resta quella del finale.

Quando la seduta è conclusa, la "riconvoca" Isabella Tovaglieri. L'europarlamentare e consigliera aveva già distribuito mascherine rosse prima del consiglio, per sensibilizzare contro la violenza sulle donne in vista del 25 novembre. Prima che tutti lascino l'aula, chiede di metterla (qualcuno aveva già iniziato) e ci si raduna davanti al bancone della giunta per una foto.

Ricorda che non sono solo sorrisi. Che ogni giorno, anche nel nostro territorio, le donne sono in grande difficoltà, a volte in pericolo, come ci documenta costantemente Eva onlus. 

C'è da impegnarsi su questo fronte, e non solo. Per le donne e con le donne. A Busto Arsizio, Palazzo Gilardoni, non è ancora cambiato niente, c'è solo una promessa di un lavoro che deve dare nuovi frutti, perché questa città viva una svolta di cui ha tanto bisogno.

Marilena Lualdi

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