Non un convegno scientifico, farcito di nozioni e paroloni, ma un incontro aperto dove la medicina e la vita hanno dialogato con naturalezza. Alla Cascina Monte Diviso di Gallarate, tra la natura eppure così vicini alla città, l'associazione la Dolce Vita (LEGGI QUI), guidata dalla presidente Elisabetta Bombaglio, ha voluto così celebrare la Giornata del diabete e i 100 anni dalla scoperta dell'insulina.
Intrecciando gli interventi del dottor Ivano Franzetti, responsabile Ssd Diabetologia-Endocrinologia dell'Asst della Valle Olona, e il dirigente medico Giampaolo Scollo, alle testimonianze di Vinicio Conti e Sergio Domenico Mezzetti. Anzi, è intervenuto via rete anche l'ironman Stefano Galante. Segno particolare di queste tre storie, lo sport praticato con passione.
Stefano si è collegato dal Valtellina Wine Trail, dove ha affrontato felicemente 42 chilometri di fatica. A Gallarate, Sergio ha parlato della sua passione per la montagna, mostrando concretamente come si possa viverla a fondo. «Cercando di capire quali erano i sintomi che mi segnalavano un attacco di sofferenza, che poteva essere ipoglicemia o iperglicemia - ha sottolineato - Devi anche imparare a mangiare». La tecnologia è di grande aiuto, e in evoluzione costante. Non basta però.
Il diabete implica insomma un guardarsi dentro, attraverso l'alleanza imprescindibile del medico. Che magari - come racconta Vinicio - fa un'esclamazione colorita quando ti rivela la diagnosi e da lì ti scatta qualcosa dentro, così la rivolgi tu - quell'espressione - ma alla malattia. E scopri il piacere di fare qualcosa a cui mai avevi pensato: il ciclismo, nel suo caso. Allora via a pedalare sempre più lontano e sempre più in alto. Soprattutto, a farlo insieme ad altre persone.
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Altro concetto chiave: insieme. Tutti sono attentissimi, ogni tanto si sente un suono: è quello degli apparecchi che monitorano la situazione di ciascuno. Importante l'approccio mentale, il non vergognarsi ad esempio di doversi fare l'insulina a un certo punto. Qual è il problema? Tutto viene più facile insieme.
Lo sottolinea poi il dottor Franzetti: «Ho avuto l'ennesima conferma che non possono esserci barriere tra medici e malati. Si può convivere con il diabete, attraverso l'alleanza terapeutica». «Insieme si può. Si possono fare tante cose, anche con una malattia come la nostra che ci accompagna quotidianamente» esclama Elisabetta Bombaglio.
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Una certezza, quella delle tante cose che si possono fare con queste alleanze, da celebrare con leggerezza. Quale modo migliore che con i palloncini?
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