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In Breve

| 23 novembre 2021, 08:10

Stoà, dieci anni sotto al “portico”

Incontri, persone, iniziative. Nella nuova sede di via Tettamanti, il direttore Paolo Pazzaglia ci racconta storia e progetti del Centro Giovanile Stoà di Busto. Rivedi la puntata di #Backstage

Paolo Pazzaglia

Paolo Pazzaglia

Dieci anni di incontri, persone, iniziative. Dieci anni di Centro Giovanile Stoà. Traguardo simbolicamente importante per il centro di pastorale giovanile pensato da ragazzi e ragazze delle parrocchie San Giovanni, San Michele e Sacro Cuore, quando il prevosto di Busto Arsizio era monsignor Franco Agnesi.

Quest’ultimo, oggi vicario generale della diocesi ambrosiana, domenica scorsa ha inaugurato la nuova sede di via Tettamanti, a pochi passi dalla basilica di San Giovanni, con una messa celebrata insieme a monsignor Severino Pagani e don Giovanni Patella, assistente spirituale di questa realtà.

Ma che cosa accade sotto questo “portico” (questo il significato della parola greca “stoà”)? Ce lo ha raccontato il nuovo direttore del centro giovanile, Paolo Pazzaglia, ospite di #Backstage, il format video dedicato ad attualità, economia, sociale, cultura e sport del nostro territorio.

«Stoà ha tre direttrici principali – spiega –. La vita spirituale, tra preghiera, messa e serate di Emmaus; la vita comune, con la settimana “di Betania”; e gli eventi».
Tante le iniziative artistiche e culturali ospitate nella sede di via Gaeta. E tante sono in programma e si terranno nei nuovi spazi di via Tettamanti, nel cuore di Busto, un tempo "casa" delle suore della parrocchia.

Pazzaglia si definisce «la punta di un iceberg». A gestire le attività del centro ci sono un consiglio direttivo (composto da Davide Cerutti del comitato eventi, Silvia Castelli, responsabile vita comune, don Giovanni Patella, assistente spirituale, e Marta Zilioli, presidentessa) e i comitati. «Parliamo di quaranta-cinquanta persone “fisse”», precisa il direttore.

Un concetto particolarmente caro a Stoà è quello di “rete”. Lo dimostra il progetto “Il domani che vorrei”, che ha unito il centro ad altre associazioni del territorio. L’obiettivo è «cambiare in meglio la nostra città, partendo dagli obiettivi che l’Agenda di Parigi si è posta per il 2030. Lo scorso 6 novembre si è tenuta la prima officina con i nostri giovani e quelli di altre realtà che si incontreranno ancora per redigere un programma da sottoporre al Comune».

Un’altra iniziativa significativa riguarda il progetto di volontariato “a chilometro zero”. Stoà ha creato una rete di realtà caritative presenti sul territorio: giovani e adolescenti possono scegliere quale associazione sostenere con un’esperienza di volontariato, tra Ali d’Aquila, Caritas Decanale, bottega dei frati e altre ancora.

Guardando avanti, il direttore Pazzaglia “vede” una Stoà «aperta a chiunque. Un luogo dove si possano trovare nuove amicizie e instaurare relazioni anche profonde, puntando sempre sul lato spirituale».

GUARDA LA PUNTATA DI BACKSTAGE

Redazione

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