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In Breve

| 30 novembre 2021, 07:00

Su il sipario e il teatro era pieno: «Insieme al pubblico si cresce»

A #Backstage la ripartenza del San Giovanni Bosco a Busto Arsizio premiata da un successo subito strabiliante: «La gente voleva tornare a teatro». E anche il fruscio di una caramella diventa musica

Su il sipario e il teatro era pieno: «Insieme al pubblico si cresce»

«Sentivamo l'energia, sapevamo che c'erano state buone prenotazioni, ma quando si sono accese le luci e abbiamo visto le persone applaudire fino alle ultime file... Dopo che in sala non si era seduto nessuno per più di un anno: è stato strabiliante». Alessandro Grima e Fabrizio Bianchi hanno gli occhi che brillano ancora, rivivendo quella serata, la riapertura del Teatro San Giovanni Bosco a Busto Arsizio. Accanto ai Viandanti Teatranti, il direttore artistico Claudio Fantinati.  Dentro questa puntata di #Backstage l'emozione di ripartire in una sala fieramente parrocchiale.

Siamo a Sant'Edoardo, la parrocchia, guidata da don Antonio Corvi, ha creduto in questo spazio e se n'è presa cura anche durante la pandemia con interventi approfonditi sulla struttura, aspettando che riaccogliesse la sua gente.

Uomo desiderio senza fine, è il filo conduttore di questo luogo, di questa stagione. Il primo desiderio era ricominciare: «Questo titolo era stato pensato nel settembre 2019. Poi tutto è stato interrotto ed è diventato quello. Alla riapertura abbiamo fatto sempre sold out. Al di là della qualità della proposta c'era tanta voglia di tornare a teatro. E dobbiamo dire grazie al parroco che ha sempre aiutato».

Su il sipario, dunque. Per la stagione teatrale che comprende la parte delle famiglie. «Che forma hanno le nuvole, teatro per ragazzi, doveva andare in scena nel febbraio 2020. Quel giorno, arrivate le notizie sul virus, tutti hanno caricato le loro cose sul furgone e ci siamo detti "forse ci vediamo tra un mese". Invece... Adesso è tornato e ci sono state più di 300 persone, una cosa meravigliosa». Con i bambini nelle prime file che rispondono agli attori, il rumore delle caramelle che diventa musica, il viavai continuo, una partecipazione così particolare che è vita: «Fa capire ancora di più che il teatro è relazione. Insieme al pubblico si cresce».

Allora ecco "Abbracciami pirla", uno spettacolo che sa riflettere su un tema drammatico, cercando anche di porgere un sorriso. O "La culla" che a sua volta doveva essere la new entry della scorsa stagione e ora ha conquistato tutti: «Siamo stati così contenti - dicono Fabrizio e Alessandro - di vedere la risposta del pubblico. La  prima volta che siamo andati in scena, sì, siamo rimasti sconvolti all'accendersi delle luci».

Una sorpresa bellissima di fronte a un teatro «che offre una proposta culturale orientata con una proposta educativa - rimarca Fantinati - Il tema di quest'anno, uomo desiderio senza fine, abbiamo voluto pensarlo perché le persone possano trovare questo rumore di fondo che percorre tutta la lunghezza della stagione in varie forme. Senza forzarvi dentro le opere. Sono stati anni difficili, ma la risposta del pubblico ci autorizza a credere che quest'anno starà splendido e quello dopo meglio». 

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Ma. Lu.

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