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Busto Arsizio | 01 dicembre 2021, 19:39

“La Chiave d’oro” di Busto: tre anni al fianco di bambini e genitori

In occasione del terzo “compleanno”, la comunità promossa dalla cooperativa Progetto Pollicino ha ospitato sindaco, assessore alle politiche giovanili e la consigliera Testa. È stata l’occasione per scherzare con i piccoli ospiti e presentare il lavoro di questa realtà. Senza nascondere un «cruccio»: su 12 bambini, solo uno è di Busto

“La Chiave d’oro” di Busto: tre anni al fianco di bambini e genitori

Tre anni di attività per “La Chiave d’oro”, il centro diurno promosso dalla cooperativa Progetto Pollicino attiva a Busto Arsizio dal 2008 e composta anche dalla comunità “La Casa dei Piccoli”.

In occasione di questo “traguardo” festeggiato a novembre, la comunità di via Maino ha ospitato il sindaco Emanuele Antonelli, l’assessore alle politiche educative Daniela Cerana e la consigliera comunale Patrizia Testa. I soci della cooperativa, le educatrici e i piccoli ospiti si sono presentati all’amministrazione. Con l’auspicio di una Busto ancora più “presente”, per consentire a questa realtà di continuare a lavorare al meglio.

Accanto a bambini e genitori

«Questa è una comunità leggera – ha spiegato Elena Ballarati –. Si tratta di un centro diurno: i bambini vengono in questa "casa" dopo la scuola e trascorrono il tempo con i loro coetanei e le educatrici facendo tante esperienze, tra compiti, uscite e, nel periodo estivo, anche le vacanze. Due sere la settimana si fermano anche a cena».

Le educatrici Bianca Solimeno, Hanan Ceccon e Valentina Moneta lavorano a gruppi, con le cosiddette “bolle”, ma ci sono anche dei momenti comuni.

«Una volta al mese – ha aggiunto Luigi Baggio – incontriamo i genitori e affrontiamo le tematiche educative di cui abbiamo già parlato con i bambini. C’è anche un gruppo specifico per i papà: con loro ragioniamo su come affrontare i cambiamenti che i piccoli fanno ogni giorno».
Con le famiglie, segnalate dai servizi sociali, «lavoriamo sulla prevenzione, affinché non si ripetano le situazioni che vediamo nell’altra struttura».

«Quando, tre anni e mezzo fa, ci siamo buttati in questa nuova avventura, avevamo un po’ di timore – ha ammesso Alessandra Milani –. Poi abbiamo visto i bambini “volare”. Partendo dalle piccole cose, superando ad esempio l’astio per le verdure, fino a fronteggiare situazioni importanti. A loro e alle famiglie non possiamo che fare i complimenti. Questo servizio mancava e siamo felici di aver tagliato la torta per i tre anni».

In occasione del “compleanno”, la struttura si è dotata di un’auto a sette posti per il trasporto dei bambini e sabato scorso ha festeggiato con monsignor Livetti, che ha benedetto locali e vettura.

“L’intervista” al sindaco e le prossime “gite”

In occasione della visita di Antonelli, i bambini hanno preparato con le educatrici una serie di domande per il primo cittadino, che ha raccontato come si svolge il suo lavoro, rivelando che «da quando sono sindaco guardo la città con occhi diversi. Vedo le cose che non vanno e me la prendo, perché vorrei metterle subito a posto, ma non riesco a fare tutto».

Durante la chiacchierata, Antonelli – a cui è stata donata una chiave d’oro e una pergamena che ne racconta il significato – ha invitato i piccoli in municipio e a fare un giro sulla ruota panoramica in piazza San Giovanni, mentre la consigliera Testa li aspetta allo stadio Speroni per una partita della Pro Patria.

Oltre a queste e altre "gite" segnate in agenda, dall’assessore Cerana è arrivato l’impegno ad ascoltare le loro esigenze: «Vedremo se potremo realizzare un vostro sogno».

Il «cruccio»: un solo bambino di Busto

L’incontro di oggi è stato organizzato da Angiolino Liguori, un estimatore del lavoro della cooperativa Progetto Pollicino che, per via della lunga esperienza lavorativa e sindacale, conosce bene il funzionamento della macchina comunale. «Volevo che venisse messo in risalto il grande lavoro che qui viene svolto – ha spiegato –. Realtà di questo tipo hanno bisogno di sostegno».

Sollecitati su questo aspetto, i soci della cooperativa hanno evidenziato piccoli bisogni pratici e la necessità di un autista, magari reclutabile tra pensionati volenterosi o tramite il servizio civile.

Al di là di questo, Baggio non ha nascosto che «ci piacerebbe che Busto fosse ancora più presente nel darci la possibilità di continuare a lavorare».
In che senso? “La Chiave d’oro” ospita 12 bambini e si è data un limite di 15 per poter mantenere un servizio qualitativamente altro.
Soltanto un bambino è di Busto, gli altri – tramite i servizi sociali – arrivano da Comuni limitrofi. «È il nostro cruccio»: così lo ha definito Baggio.
L’auspicio, quindi, è che questo numero possa crescere.

Riccardo Canetta

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