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Salute | 13 gennaio 2022, 16:17

La Chirurgia vascolare dell'ospedale di Circolo di Varese coinvolta in uno studio “first in men”

Il centro varesino scelto insieme ad altri tre in Europa, eccellenza per le fistole complesse. Il presidente di Regione Lombardia, Fontana: «I nostri professionisti sono tra i migliori al mondo e possono contare su strutture come quelle degli ospedali di Varese e Tradate che consentono loro di esprimersi al meglio»

La Chirurgia vascolare dell'ospedale di Circolo di Varese coinvolta in uno studio “first in men”

La Chirurgia vascolare dell'Ospedale di Circolo di Varese è stata coinvolta in uno studio 'first in men' su una nuova, innovativa protesi per le fistole per dialisi. 

«Sono particolarmente orgoglioso di questa opportunità - commenta il Prof. Matteo Tozzi, Direttore della Chirurgia vascolare e professore all'Università dell'Insubria - Partecipare ad uno studio 'first in men' in ambito chirurgico è un'evenienza rarissima e se il nostro centro oggi ne è protagonista il merito è della squadra che lo ha reso possibile: accanto a noi, del team della Chirurgia vascolare, hanno fatto la differenza il Comitato Etico, la Farmacia, i Nefrologi di Varese e di Tradate e il servizio di Anestesia».

Il centro varesino è infatti stato scelto insieme ad altri tre in Europa per la grande esperienza acquisita negli accessi vascolari da emodialisi, oltre 400 all'anno, che lo qualificano come uno degli hub lombardi per le fistole complesse. 

Quando un paziente emodializzato non ha un accesso vascolare adeguato per sottoporsi alla circolazione extracorporea, viene sottoposto ad un intervento di Chirurgia vascolare per l'impianto di una protesi che offre l'accesso al trattamento. 

«Queste fistole artificiali sono importantissime per il paziente, perché rappresentano la condizione necessaria per accedere al trattamento dialitico e quindi per vivere. Si tratta di protesi in materiale plastico che richiedono una manutenzione accurata e che spesso devono essere sostituite in urgenza, perché tendono ad occludersi - spiega Tozzi - Questa nuova protesi, che la nostra Chirurgia vascolare è chiamata a testare per la prima volta sugli uomini, è straordinariamente innovativa: si tratta infatti di un dispositivo realizzato con un materiale nuovo che si basa sul meccanismo ETR, Endogenous Tissue Replacement. In poche parole, la protesi è fatta con un polimero sintetico che ha una caratteristica che segna un cambiamento netto: entro un anno dall'inserimento, viene completamente riassorbito dall'organismo e sostituito con un vaso nativo. Un paziente che non ha un vaso nativo disponibile per la dialisi viene quindi trattato con una protesi che di fatto lo porta ad avere un vaso nativo, generato dal suo stesso organismo e con rischi di occlusione nemmeno paragonabili alle fistole tradizionali».

Lo studio 'first in men' coinvolge, oltre alla Chirurgia vascolare varesina, i Centri di Ghent (Belgio), Riga (Lettonia) e Vilnius (Lituania), per un totale di 15 pazienti pazienti da coinvolgere. Di questi, 9 dovranno essere selezionati e seguiti a Varese. 

«Il primo lo abbiamo già operato all'inizio di dicembre. Quando gli abbiamo proposto questa opportunità la accolta con entusiasmo, avendo ben colto i vantaggi che offre. Proprio ieri - precisa Tozzi - il paziente è stato sottoposto al primo trattamento di emodialisi utilizzando questo nuovo accesso, con un ottimo risultato: la dialisi si è svolta senza intoppi e l'accesso ha funzionato perfettamente».

Nei prossimi giorni si riunirà lo screening committee che selezionerà il secondo paziente varesino a cui proporre di partecipare a questo importante studio che potrebbe cambiare radicalmente la chirurgia vascolare.

«Se le nuove protesi supereranno questa fase di sperimentazione - conclude Tozzi - si apriranno interessantissimi orizzonti per la chirurgia vascolare. Ed è bello sapere che il nostro centro ha dato un contributo decisivo in questa direzione».

«Il fatto che la nostra Chirurgia vascolare sia stata scelta come protagonista in questo studio - sottolinea il Direttore Generale dell'Asst Sette Laghi, Gianni Bonelli - non è che una conferma di quanto la nostra ASST sia lanciata in avanti nonostante l'emergenza covid cerchi di trattenerla sul presente. È una tentazione, quella di appiattirsi sull'oggi, a cui non abbiamo ceduto e a cui non intendiamo cedere».

«Il coinvolgimento dell'Asst Sette Laghi in questo studio di grande rilevanza per la chirurgia vascolare è la conferma della grande considerazione di cui gode la sanità lombarda - ha voluto commentare il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana -. I nostri professionisti sono tra i migliori al mondo e possono contare su strutture come quelle degli ospedali di Varese e Tradate che consentono loro di esprimere al meglio la loro competenza e intraprendenza».

Redazione

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