Conoscere è vita nasce nel 2012 a Busto Arsizio su iniziativa di un gruppo di amici animati dal desiderio di realizzare momenti di formazione e informazione su tematiche diverse.
Lo scorso anno questa realtà ha assunto una nuova veste, passando da associazione di promozione sociale a organizzazione di volontariato.
Una scelta dovuta al cambiamento normativo, ma non solo: «Ci siamo resi conto che, oltre al bisogno di sapere ed essere informati, c’era bisogno di una mano pratica», spiega il presidente Emanuele Campo a #Backstage, il format video dedicato ad attualità, economia, sociale, cultura e sport del nostro territorio.
L’associazione si muove su più fronti, anzi, “aree”. Una di queste, particolarmente attiva in questo periodo complicato, è Help, incentrata su azioni a favore dei cittadini in stato di necessità.
«Ogni lunedì sera – racconta Campo – ci rechiamo in stazione per offrire cibo ma anche ascolto ai senzatetto». Un impegno svolto da tempo in sinergia con altre realtà del territorio.
Conoscere è vita è accanto e sostiene consegnando pacchi alimentari venticinque famiglie. Non a caso, l’attuale sede ha assunto l’aspetto di un piccolo magazzino con scaffali ricchi di prodotti destinati a chi ne ha bisogno. Di questi tempi, la sostanza non può che precedere la forma.
Ma l’attività dell’associazione è particolarmente poliedrica: l’area Kids, spiega Campo, «organizza spettacoli per i più piccoli, con l’ausilio di marionette, palloncini e la mascotte Mister Bau. Vogliamo regalare un momento di leggerezza alle famiglie che aiutiamo. Inoltre abbiamo realizzato spettacoli aperti a tutti, nelle piazze e nei parchi».
Ci sono poi le aree Drama e Music, con cui comunicare «attraverso l’arte dei mimi o del teatro e la musica. In passato siamo entrati in alcune Rsa per trascorrere del tempo con gli anziani».
Oggi Conoscere è vita conta quindici soci e una trentina di volontari che si alternano nelle varie attività.
«Abbiamo una sede anche nella zona di Dalmine, in provincia di Bergamo, dove c’è una sezione dedicata ai bambini delle case famiglia – racconta il presidente –. Ci proponiamo di raggiungere altre zone, con un allargamento delle risorse ma anche dei volontari: più siamo, più riusciamo a dare, più possiamo essere di impatto».
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