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Economia | 27 gennaio 2022, 11:14

Indagine Confapi: parte bene il 2022, ma tra gli imprenditori non mancano le preoccupazioni

Focus sull’ultimo trimestre 2021 e inizio 2022. Bene gli ordinativi e il fatturato cresce per il 77% degli intervistati. D'altro canto, il forte aumento dei costi produzione frena lo sviluppo. Le parole del presidente Marco Tenaglia, associazione Piccole e Medie Industrie della provincia di Varese

Marco Tenaglia, Presidente Confapi Varese

Marco Tenaglia, Presidente Confapi Varese

Chiusura sprint e inizio anno ancora in crescita. Questo, in sintesi, è quanto emerge dai dati dell’analisi congiunturale trimestrale di Confapi Lombardia. Numeri positivi sull’andamento delle imprese, confermati anche dall’approfondimento relativo alle aziende del Varesotto. Bene gli ordinativi, che aumentano in 7 casi su 10; cresce il fatturato per il 77% degli intervistati e solo un’impresa su dieci subisce una flessione nell’andamento. Sono alcuni degli indicatori che emergono dal target di riferimento, nel quale sono ben rappresentati settori del manifatturiero e dei servizi, con particolare riferimento all’industria metalmeccanica (43% degli intervistati). A commentare il quadro della situazione è il presidente di Confapi (Associazione Piccole e Medie Industrie) Varese, Marco Tenaglia.

Presidente Tenaglia, forse è presto per parlare di situazione consolidata, ma gli ultimi 3 mesi del 2021 e l’inizio del 2022 parlano di una ripresa economica. Segnali confortanti se si pensa al complicato periodo pandemico che ha gravato anche sul mondo imprenditoriale, non crede?

«Certo. E aggiungerei che il primo dettaglio da notare è il risveglio del mercato interno. Dopo anni di decrescita e stasi della domanda nazionale, si registra questa inversione di tendenza che non solo aiuta la ripresa, ma lascia davvero ben sperare sul futuro del mondo del lavoro. I dati del trimestre in tal senso dicono che il 72% del target coinvolto dall’indagine ha registrato una sensibile spinta del mercato “domestico”».

Quanto la crescita economica registrata ha dato impulso all’occupazione?

«Sostanzialmente il mercato del lavoro ha tenuto. Se escludiamo alcuni casi sporadici, infatti, non si sono concretizzate le temute ristrutturazioni aziendali dopo lo sblocco del divieto dei licenziamenti attuati nel periodo pandemico più delicato. I dati parlano di numeri relativi all’occupazione stabili per il 57% delle aziende, mentre un terzo delle stesse hanno assunto nel corso dell’anno. Una tenuta sostanziale che, sempre in considerazione del momento che stiamo attraversando, deve essere letta come indicatore positivo».

Il mondo dell’impresa però non è scevro da preoccupazioni. Una su tutte: i costi di produzioni, che hanno registrato un forte incremento. Quanto hanno inciso sulla crescita effettiva?

«Direi molto. L’88% delle imprese denunciano proprio un forte aumento dei costi produzione. Un fenomeno che frena in proporzione la crescita e lo sviluppo delle imprese».

E tra i costi non si può non considerare la spesa per l’energia, giusto?

«Esatto. Oltre all’aumento delle materie prime, occorre fare una riflessione proprio sui costi energetici. Il 92% delle imprese ha denunciato rincari sulle materie prime e il 78% parla di incrementi significativi rispetto al passato. Sette imprese su 10 devono fare i conti con le bollette sempre più pesanti».

Insomma, i numeri sono confortanti, ma la crescita registrata nell’ultimo trimestre non è sufficiente per liberare il campo dalle preoccupazioni, perché?

«La caratteristica delle nostre aziende associate è in prevalenza quella di porsi come realtà terziste che non producono beni propri di consumo. Questo determina un limite alla possibilità di recuperare sul cliente i rincari. Ciò significa che tutti i costi aggiuntivi vanno ad erodere il margine di guadagno e di conseguenza a ridurre la capacità di investimento e sviluppo».

Presidente Tenaglia, che anno sarà il 2022 sotto il profilo economico e del lavoro?

«Per dirlo ci vorrebbe la sfera di cristallo. Da un lato gli imprenditori dovranno fare i conti con gli aumenti dei costi di produzione almeno per tutto il primo trimestre. Ciò si aggiunge la difficoltà di reperire le materie prime. Ritardi di consegna, soprattutto per quanto riguarda la componentistica, che potrebbero creare difficoltà per molti settori del manifatturiero. A fronte di questo però non mancano confortanti segnali di ripresa anche per i prossimi mesi».

Redazione

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