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Cronaca | 03 febbraio 2022, 15:52

Accusato di violenza sessuale sulla nipote. L'ex moglie dell'uomo in tribunale: «Una coltellata nella schiena»

Una ragazza classe 2001 del Varesotto denuncia nel 2018 di essere vittima di molestie da parte dello zio da quando aveva 4 anni. Oggi in aula la testimonianza dell'ex moglie: «Per noi era come una seconda figlia. Dormiva spesso a casa nostra ma dopo la telefonata di mia sorella del settembre 2015 tutto è cambiato per sempre»

Accusato di violenza sessuale sulla nipote. L'ex moglie dell'uomo in tribunale: «Una coltellata nella schiena»

La telefonata che sconvolge la vita, una cinquantasettenne varesina la riceve nel settembre del 2015. All’altro capo del telefono, mentre lei sta andando al lavoro, c’è la sorella.

Le sta dicendo che sua figlia, cioè la nipote della 57enne, ha subìto degli abusi dallo zio, cioè il marito della donna. 

«Una coltellata nella schiena, ancora oggi non so cosa pensare» ha affermato in tribunale a Varese, come testimone nel processo in cui quello che è ora il suo ex coniuge, un cinquantottenne della Valbossa, è accusato di violenza sessuale e corruzione di minore. 

Nel 2015 la ragazza, oggi ventenne, decide di liberarsi di un peso che le sta condizionando l’esistenza. E in famiglia si scatena il terremoto. «Lui ha sempre negato - ha aggiunto la testimone davanti ai giudici - ma con quella chiamata il nostro rapporto, che già era in crisi, ha ricevuto il colpo di grazia. Abbiamo iniziato a vivere da separati in casa». 

Ed è proprio in quella casa che sarebbero avvenute le molestie, denunciate nel 2018 con un racconto fornito ai carabinieri e poi ripetuto davanti ai giudici, dove la ragazza, classe 2001, ha riaffrontato mentalmente quelle scene indelebili. Scene in cui c’è lo zio che la porta in camera “per giocare” e lì la spoglia, toccandola e obbligandola a toccarsi. Prima di allungare le mani su di lei. 

Non un singolo episodio ma una sequenza di abusi che avrebbe segnato la crescita della giovane per circa dieci anni. Da quando, bambina, di anni ne aveva solo quattro. 

Rispetto alle agghiaccianti accuse, l’ex moglie dell’odierno imputato non ha certezze, fatta eccezione per una cosa dichiarata dalla nipote ai militari dell’Arma, riguardante un fatto che sarebbe avvenuto durante una gita in montagna: il pranzo è pronto, la zia entra in camera per avvisare il marito, proprio mentre è in corso uno degli abusi. «Ho appreso tutto dai carabinieri e mi sono arrabbiata tantissimo perché quella scena non l’ho mai vista», ha precisato la donna.

Nella quotidianità la vita degli zii era scandita da ritmi diversi: quelli della pendolare per lei, che all’alba saliva sul treno diretto a Milano, per recarsi in ufficio; quelli dell’operaio dipendente di una ditta locale per lui, che facendo i turni in azienda trascorreva parecchio tempo in casa da solo. E una parte del suo tempo la passava sicuramente davanti a un pc portatile, poi sequestrato in sede di indagine e affidato dalla Procura ad un perito, il quale ha rilevato la presenza di numerosi accessi a siti con contenuti pedopornografici e di zoofilia. Contenuti di “natura certa” ha spiegato il tecnico in dibattimento, specificando che il proprio metodo di analisi impone di qualificare sotto la voce “pedopornografia” soltanto i filmati che durante la riproduzione video rispondono a determinati parametri. 

«Com’era il rapporto tra zio e nipote?» ha chiesto il pubblico ministero alla cinquantasettenne. «Il rapporto era ottimo - ha risposto lei - erano legatissimi, per noi era come una seconda figlia. Dormiva spesso a casa nostra ma dopo quella chiamata del settembre 2015 le abitudini sono cambiate». E il matrimonio della coppia è andato in frantumi, portando in superficie vicende che erano state accuratamente nascoste, oppure, in altri casi, mai chiarite. «Lui era abituato a mentire - ha sottolineato in conclusione la testimone -. Durante il divorzio ho scoperto con il mio avvocato che aveva richiesto un finanziamento servendosi di una mia firma falsa. Nell’ultimo periodo trascorso insieme faceva tardi la sera, a un certo punto ha persino smesso di rientrare. Senza mai dire dove andasse». 

L’uomo si difenderà, rispondendo alle domande delle parti, nella prossima udienza. In programma all’inizio di maggio.

Gabriele Lavagno

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