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Busto Arsizio | 24 febbraio 2022, 18:00

«I bimbi di Chernobyl ci hanno scritto: pregate per noi. E noi lo faremo insieme, sono un pezzo del nostro cuore»

Il parroco di San Giuseppe a Busto Arsizio invita tutti in chiesa stasera alle 20.30: «È stato difficile cominciare la giornata con quel messaggio al mattino presto sul cellulare, hanno giocato nel nostro oratorio»

«I bimbi di Chernobyl ci hanno scritto: pregate per noi. E noi lo faremo insieme, sono un pezzo del nostro cuore»

«Per favore pregate per noi». Il messaggio dei ragazzini da Chernobyl che lampeggiavano sul cellulare, condividevano l'oscurità che può essere combattuta da una sola luce: quella, appunto, della preghiera.

È stato davvero difficile - racconta il parroco di San Giuseppe a Busto Arsizio, don Giuseppe Tedesco - cominciare la giornata così. Con la consapevolezza di quanto stava accadendo in Ucraina, l'invasione, le bombe, la paura che cresceva. E con il ricordo di quei momenti trascorsi insieme invece nel segno dell'amicizia e della serenità. 

Ecco perché oggi, giovedì 24 febbraio, alle ore 20.30 nella chiesa di viale Stelvio ci saranno l'Adorazione Eucaristica e preghiera per la pace. Come in altre parrocchie, si resterà vicino alla popolazione ucraina nella fede.

A San Giuseppe, ciò che sta succedendo tocca particolarmente da vicino. «Ogni guerra, tutte le guerre sono sempre una tragedia - premette don Giuseppe - In questa guerra però, oltre che per il fatto che sia in Europa, per me e tante famiglie e tanti ragazzi anche del nostro Oratorio che mi hanno scritto questa mattina, è anche un immenso dolore personale perché in quella terra ucraina invasa questa notte c'è un pezzo del mio e nostro cuore».

Quelli che lanciano l'Sos nella loro terra martoriata, «sono i bambini e le bambine di Chernobyl che abbiamo ospitato in estate e ancora durante queste vacanze di Natale con famiglie amiche di Busto, Samarate e Castano e parecchi di questi hanno giocato nel nostro Oratorio». 

L'immagine di quella spensieratezza stride con l'angoscia che non si può che provare ora. Ci si affida a quell'arma potente che è la fede, perché le armi crudeli, invece, possano presto tacere.

Il messaggio di don Giuseppe, lanciato sui social, è stato raccolto e condiviso da tanti parrocchiani, che rivedono quei bimbi giocare nell'oratorio o che li hanno ospitati e ora sono in febbrile contatto.

Ma. Lu.

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