Fiamme nelle celle, altri allarmi (LEGGI QUI) all'interno del carcere di Busto Arsizio che - problema diffuso nel nostro Paese - soffre il sovraffollamento. Ma anche chance di lavoro da costruire per offrire reali chance di reinserimento nella società ai detenuti. Sono i due fili conduttori che emergono dalla visita dell'onorevole Paola Frassinetti.
«Sono venuta qui - spiega la deputata di Fratelli d'Italia - perché mi sento vicina a questo territorio e per motivi anche di partito vado spesso in provincia di Varese. Dopo i gravi episodi denunciati volevo sincerarmi della situazione». L'onorevole ha incontrato i vertici della casa circondariale, spiega, a partire dal direttore Orazio Sorrentini e ha potuto apprezzare l'opera svolta da don David Maria Riboldi e dalla Valle di Ezechiele.
«Il carcere è sovraffollato, come tutte le strutture d'Italia - premette - Nello specifico ho visitato la quinta sezione e la sesta, con una situazione abbastanza vivibile. Ho visto le tre celle bruciate, si vedono ancora i danni. Qui c'è il problema della polizia penitenziaria che va supportata. Mi raccontavano che di solito chi attizza gli incendi, poi si nasconde nelle docce: questo comporta l'onere e il pericolo di andare a tirarli fuori poi da lì». Una questione di organico da rafforzare e non solo.
«Ci vorrebbero più strutture di accoglienza per chi è pronto a fare i primi passi fuori dal carcere - osserva ancora - Gli stessi detenuti dicono che non è sufficiente il lavoro per loro. Inoltre c'è il problema dei malati di mente».
Ha visto gli aspetti critici, la deputata, ma anche le eccellenze: «La pasticceria - conferma - dove si producono anche i cioccolatini per i celiaci. E poi la falegnameria che deve aprire. Ma le persone occupate sono troppo poche».
Una strada, quello del lavoro, da percorrere con maggiore decisione e con il territorio, così come sta facendo con tutte le sue forze la Valle d'Ezechiele.