Come sopravvivere ad una gita in montagna è il titolo della conferenza nella Sala delle Giare di Villa Jucker, sede della Famiglia Legnanese, che ha ospitato Maurizio Pinciroli presidente del Cai Legnano e Davide Rogora istruttore nazionale.
Nell’introduzione alla serata Gianfranco Bononi, presidente della Famiglia Legnanese ha brevemente richiamato l’intento, ovvero «dare dei consigli utili per affrontare la montagna ma soprattutto conoscerla». Nel corso dell’evento i relatori hanno mandato in onda degli audio con la voce di Tarcisio, storico personaggio interpretato dall’attore teatrale legnanese Max Pisu, che ha raccontato i suoi epici viaggi in montagna con il Don Dante.. “minchia che ridere!”
Per arrivare in montagna e salire, occorrono impegno, conoscenza e rispetto della montagna stessa. Questa è la regola di base da adottare , in qualsiasi condizione la affrontiamo, ha esordito Maurizio Pinciroli presidente del Cai Legnano.Dobbiamo accettare di affrontarla con coscienza e con la consapevolezza che è “pericolosa”. Dopo questo severo richiamo , è stato mostrato un video con una raccolta di foto realizzate in montagna che si concludeva con la frase «lassù…. dove puoi sentirti piccolo, ma mai oppresso».
Nel suo intervento, il presidente Pinciroli ha evidenziato la voglia di ritornare in montagna da parte della gente, sicuramente segnata dalla pandemia, con un aumento del tesseramento di primi mesi del 2022 pari a 100 nuove tessere su 700 iscritti. «Il Cai è luogo in cui parla di montagna e di come affrontarla con la giusta attenzione. Non siamo alpini. A noi interessa far capire alla gente che per camminare e affrontare dei percorsi occorrono gli scarponi, che sono un investimento: spendiamo 250 euro ma camminiamo in sicurezza. Non si possono sfidare delle vette con le scarpe da ginnastica e purtroppo ne vediamo tanti che camminano senza questi dispostivi di protezione».
Nella mia esperienza, ha proseguito Pinciroli, ne ho viste tante: gruppi di persone che hanno sostato e fatto feste sociali nei bivacchi, cosa ben diversa rispetto ad rifugio oppure ragazzi che ci chiesto di imparare ad arrampicarsi con poca formazione. Tutto questo denota una scarsa conoscenza della montagna e poi le cronache portano in evidenza questo pressapochismo, che in alcune occasioni purtroppo finisce in tragedie.
Analisi dei dati della montagna sul 2020
Nel corso del suo intervento, Pinciroli ha fatto un’ampia disamina tecnica sui numeri dove è emerso che il 2020 è stato in assoluto l’anno con più richieste di Soccorso Alpino e Speleologico con numero di interventi pari 10279 e la caduta/scivolata è la causa principale con oltre 4604 richieste (pari al 46,9% sul totale pari a 9824). Un altro dato rilevante che è emerso è l’attività al momento dell’incidente: l’escursionismo con il 46,6 % è il momento più critico, mentre lo sci alpino e nordico segue con il 13,4%.
Seppure notevolmente distanziata con il 7% la mountain bike è destinata a diventare un elemento critico nei prossimi anni. Si osserva un numero crescente di incidenti dovuti a forte imprudenza nelle discese.
Progetto Montagna Terapia
Pinciroli ha accennato ad un progetto “sperimentale” della “Montagna Terapia: «Abbiamo fatto delle passeggiate brevi portando persone con disagio (generico). Ho apprezzato la spiegazione della persona che ha organizzato questi momenti “voglio vedere le persone che alzano le testa e vogliamo avere per loro uno sguardo di orizzonte". È stato un momento di gioia che ha fatto bene a queste persone ma anche a noi, che troviamo in loro uno stimolo per la nostra azione».
Approccio alla montagna
Davide Rogora nel suo intervento, ha puntualizzato che negli anni ottanta andava di moda il concetto “ no limits”, un approccio che portava la gente ad abbattere i propri limiti.
Oggi il concetto di limite deve essere un nostro modo di agire. Bruno Tassi (storico alpinista) affermava che l’alpinismo è la ricerca del facile nel difficile: ognuno di noi esplora il proprio limite e si va alla ricerca della difficoltà che possiamo affrontare, consapevolmente o incrociando le dita o cercando per gradini, migliorando la conoscenza. Nell’affrontare la montagna occorre seguire la regola tre per tre, illustrata da Rogora attraverso la proiezione di alcune slide.
A conclusione della conferenza sono stati richiamati principi fondamentali di educazione e rispetto della natura in montagna, ovvero non lasciare residui di bucce di arance e di banane, non abbandonare i fazzoletti e carta in montagna, non lasciare residui di cibo per gli animali. Cercare di usare bagni chimici.
L’osservanza di questo buon senso preserva un ambiente naturale, sempre più spesso sottoposto allo stress delle visite. Studiare l’alpinismo e dotarsi di cellulare con app di soccorso è fondamentale, ma lo è altrettanto la conoscenza della montagna costruita con l’esperienza.