Il 23 maggio 1992, avveniva una delle tragedie più grandi della storia italiana, la strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tutti i componenti della scorta.
L’Istituto di Gallarate, da sempre attivo nel ricordo di questo attacco allo Stato, per il 30esimo anniversario della strage di mafia che anticipò di poche settimane il disastro di via D'Amelio a Palermo dove perse la vita il giudice Paolo Borsellino, ha voluto dedicare una cerimonia particolare.
Il preside dell’Istituto, Vito Ilacqua, ha voluto precisare: «È un dovere per noi, visto che l’istituto si chiama Giovanni Falcone. Ringrazio tutti i presenti». Ed ha poi introdotto i ragazzi del coro, che hanno cantato l’Inno di Mameli.
Presente anche il magistrato del tribunale di Busto Arsizio, Rossella Ferrazzi, che ha tagliato il nastro davanti alla statua e alle due piante di Ficus donate: «Ringrazio tutti i magistrati e tutto il personale di polizia che si è sempre sacrificato, come anche nelle stragi di Falcone e Borsellino, per garantire la giustizia e la pace, all’interno delle nostre città, dei nostri luoghi di lavoro e nelle scuole. Ricordiamoci che la mafia non è così lontana come pensiamo, che la lotta deve esserci tutti i giorni all’interno della società civile, anche nei luoghi più vicini a noi».
Vito Ilacqua, ha poi spiegato il perché dei due Ficus: «Come sapete ci sono state consegnate due piante di Ficus. Questa pianta cresceva nei paraggi dell’abitazione di Giovanni Falcone. Naturalmente è un progetto nazionale che si chiama “Un albero per il futuro”, il quale, diffondendo 50mila piante nelle scuole, ha l’obiettivo di condividere un messaggio: sotto questa pianta non crescono mai le piante cattive. Sotto questa pianta cerchiamo anche di promuovere la legalità».
Il sindaco Andrea Cassani, ha detto ai ragazzi: «È un dovere e un gran piacere essere qui. Ricordiamo i trent’anni dalla strage di Capaci, voi sicuramente non c’eravate, noi ce lo ricordiamo tutti quanti. È stato un momento che ci ha sconvolto, ma che probabilmente è servito, perché come diceva il magistrato magari anche qui vicino a noi c’è ancora la mafia, non come ce la immaginiamo, non come lo stereotipo del mafioso con il cappellino. Una mafia differente, per cui è importante parlarne per combatterla e sradicarla, anche dal nostro territorio, perché sono comunque capitati nel recente passato episodi di mafia nella nostra regione». E sull’importanza di ricordare: «Bisogna tenere alta la guardia, è un bene che l’Istituto organizzi eventi come questo, il vostro nome ve lo portate come un peso, anche se non lo è. Anzi, è un motivo in più per parlarne. Qui davanti a me ci sono le più grandi istituzioni del paese, questa è la dimostrazione di quanto siamo attenti e quanto è importante ricordare e per voi imparare quello che è stato Giovanni Falcone, quello che è stato Borsellino e la lotta che loro hanno portato avanti per tanti anni».
GUARDA IL VIDEO