Sabato 28 maggio, alle 11, posa della “pietra d’inciampo” dedicata alla memoria di Clara Pirani Cardosi, maestra elementare, ebrea, deportata dalle autorità fasciste e uccisa dai nazisti ad Auschwitz.
Le “pietre d’inciampo” sono un progetto dell’artista tedesco Gunter Demnig: un piccolo manufatto che sul marciapiedi e sulla pubblica via ricorda le vittime del nazifascismo in corrispondenza della loro ultima abitazione nota. Quella per Clara Pirani sarà posata all’angolo tra via Palestro e via del Popolo, nel centro della città: qui infatti risiedeva la maestra al momento del suo arresto. Da sabato chi passerà sul marciapiedi “inciamperà” metaforicamente nella memoria della maestra deportata e assassinata in campo di sterminio. L’iniziativa è promossa dalle sezioni gallaratesi dell’Associazione Mazziniana Italiana e dell’Anpi.
La pietra per Clara Pirani è la seconda che viene posata a Gallarate: segue infatti il piccolo manufatto che sul marciapiedi di via Mameli ricorda Vittorio Arconti, operaio, sindacalista e militante comunista deportato dai tedeschi a Mauthausen e assassinato a Güsen. Una terza pietra - che sarà posata a settembre - ricorderà infine Lotte Froelich, anche lei uccisa a motivo delle sue origini ebree.
Clara Pirani, figlia di Achille Pirani ed Elda Pisa, nacque a Milano il 23 giugno 1899. Maestra elementare, si sposò nel 1924 con il professor Francesco Cardosi. Insegnò in un villaggio montano in provincia di Savona e successivamente a Voltri (Genova). Nel 1938 si trasferì a Torino ma proprio in quell’anno l’entrata in vigore delle leggi razziali fasciste privò Clara del lavoro. A quel punto la famiglia si trasferì a Gallarate, dove Clara Pirani Cardosi divenne preside del liceo ginnasio cittadino. La coppia - con le tre figlie Giuliana, Maria e Gabriella - nel 1944 abitava in via del Popolo, appena ai margini del centro storico della città, nel fabbricato dell’ex Casa del Popolo espropriata dal regime e abitata da chi (come i coniugi Cardosi) si era trasferito in città per ragioni di servizio.
Schedata come israelita nel 1938 e “attentamente vigilata” da almeno tre anni, fu arrestata il 12 maggio 1944 nella sua abitazione, per iniziativa del commissario di polizia e su disposizione del questore di Varese della Repubblica Sociale Italiana. Rinchiusa nel carcere di San Vittore a Milano fino all’8 giugno, riuscì a mantenere i contatti con la sua famiglia grazie ad un agente di custodia, Andrea Schivo (che fu scoperto pochi giorni dopo dai nazisti e deportato a Flossenbürg, dove morì). Trasferita nel campo di transito di Fossoli di Carpi e di qui nella Polonia occupata, Clara Pirani Cardosi fu uccisa in una camera a gas ad Auschwitz il 6 agosto, al suo arrivo al campo di sterminio.