Busto Arsizio - 30 agosto 2022, 07:55

Sacerdote e testimone fino all'ultimo: perché don Claudio è stato un parroco speciale

La sua generosità e la sua dedizione hanno colpito San Giuseppe a Busto Arsizio, realtà dove è stato riferimento. Ma anche la sua città natale, Brugherio: quell'ultima processione in carrozzina, salutata da un lungo applauso

Don Claudio Oriani - foto per cortesia comunità pastorale di Brugherio

Don Claudio Oriani - foto per cortesia comunità pastorale di Brugherio

Non era facile diventare un parroco speciale, in una realtà come San Giuseppe a Busto Arsizio. Una parrocchia fondata da monsignor Giuseppe Ravazzani o che ha avuto un riferimento come don Isidoro Meschi. 

Eppure don Claudio Oriani, scomparso oggi a 68 anni - LEGGI QUI - , ci è riuscito. Ha conquistato il cuore della gente con la sua fede e con le sue opera. Realizzando ciò che contava e dedicandosi agli altri anche oltre la malattia che l'aveva così pesantemente provato. Don Claudio è stato presente, in ogni istante di vita comunitaria, anche quando le sue condizioni erano così difficili: una testimonianza fino all'ultimo che non potrà essere dimenticata.

In parrocchia

Don Claudio è nativo della parrocchia San Carlo e diventa prete il 12 giugno 1982. Il suo cammino pastorale inizia da vicario parrocchia a Ceredo in Seregno, quindi nelle parrocchie Ss. Redentore e San Francesco a Sesto San Giovanni. Seguono otto anni in cui sarà vicario a Milano nella parrocchia Gesù Maria Giuseppe, e ancora dal 1998 al 2000 sarà prete delle parrocchie Santa Maria al Paradiso e San Calimero.

La svolta nel 2000 quando diventa parroco della parrocchia San Giuseppe a Busto Arsizio. È la "parrocchia dell'ospedale", quella che nasce alle spalle e nel cuore del nosocomio, attaccata ai palazzi dei dipendenti dell'ex Bustese che ricorderanno don Enea come cappellano e come loro guida. Poi, arriva don Giuseppe Ravazzani, una figura che si rivelerà decisiva per i giovani di Busto. E ancora «nel febbraio del 1990  venne eretta la nuova parrocchia di San Giuseppe e don Giuseppe divenne Parroco! Il sogno si è realizzato. Il “combattente”  ha vinto ancora una volta.Io seppi immediatamente che una delle condizioni per questa nomina eccezionale per l’età fosse che subito si nominasse un Vice già di fatto designato come successore: Don Isidoro Meschi».

A scrivere queste parole, in un encomiabile libretto, è il sindaco Gian Pietro Rossi. Dopo monsignor Ravazzani, ci sarà don Silvano Provasi. Quindi, don Claudio Oriani.

Nel frattempo, il rione di San Giuseppe è cambiato e cresciuto. Ha già vissuto le sue emergenze e la sua risposta di accoglienza negli anni Novanta con la comunità albanese. Ha vissuto il problema dell'oratorio, che sorgerà finalmente nuovo.

Ma don Claudio, negli anni decisivi, ha attirato a sé la comunità soprattutto per quella bontà fattiva e per quell'esempio che non aveva bisogno di parole.

Quasi 17 anni, poi la malattia lo costringerà a tornare a Brugherio, dove darà sempre tutto, ancora. La comunità pastorale dell'Epifania del Signore lo ricorda così, ringraziandolo: «Da allora ha aiutato i preti che svolgevano il loro ministero nella sua parrocchia natia».

Nella parrocchia di S. Carlo, martedì 30 agosto alle 21 si svolgerà una veglia di preghiera, mentre mercoledì 31 agosto alle 14.45 le esequie. 

Il sindaco di Brugherio Marco Troiano lo descrive così: «Nonostante la malattia, lo avete visto servire la comunità di San Carlo in ogni modo, anche con la sola presenza, senza parlare. L 'ultimo ricordo che sicuramente abbiamo in mente di don Claudio è la sua testimonianza durante la processione del Corpus Domini di giugno, nei giorni della festa per il suo anniversario di sacerdozio e quel lungo applauso, a fine processione, per dirgli grazie. Non era voluto mancare alla Processione, fatta tutta in carrozzina, insieme ai suoi confratelli. Saluteremo don Claudio e lo ringrazieremo per il suo ministero e la sua vicinanza alle persone mercoledì».

Marilena Lualdi

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