/ Busto Arsizio

Busto Arsizio | 16 settembre 2022, 11:00

La nuova casa di accoglienza dell’ex oratorio di Olgiate dedicata alla piccola Maria Gabriella

Sabato 17 settembre la struttura con cinque appartamentini per ospitare le mamme e il loro bambino sarà intitolata alla figlia di Anna e Giovanni Rimoldi. «Simbolo dell’amore cui è stata oggetto nei suoi cento giorni di vita». L’iniziativa organizzata da Cav e Casa Gialla

La nuova casa di accoglienza dell’ex oratorio di Olgiate dedicata alla piccola Maria Gabriella

Una splendida bimba, desideratissima dai genitori, nata a Natale e venuta purtroppo a mancare a Pasqua. Cento giorni che hanno reso bella la vita di mamma e papà in attesa da anni di un figlio che non arrivava. Lei si chiama Maria Gabriella, la mamma Anna e il papà Giovanni. A lei, a Maria Gabriella, l’unica figlia di Anna e Giovanni Rimoldi i coniugi cui è dedicato il Cav di Busto Arsizio sarà intitolata la nuova casa di accoglienza mamma-bambino “L’albero della vita” di Olgiate Olona. Cinque appartamentini in via Landriani nei locali del vecchio oratorio femminile resi possibili dalla sensibilità per il sociale del parroco di Olgiate don Giulio Bernardoni.

A decretare la dedica della struttura si organizza una cerimonia di intitolazione sabato 17 alle ore 17.30 quando nella chiesa di Santo Stefano di Olgiate sarà celebrata una messa e al termine nel piazzale interno con ingresso da via Landriani ci sarà il momento della dedica a Maria Gabriella, cui ha assicurato la presenza la presidente di Federvita Lombardia Elisabetta Pittino.

Perché a Maria Gabriella

La motivazione è emersa nel corso della conferenza stampa alla presenza della presidente Cav Natalia Marrese, i responsabili della Casa Gialla Michele Bigonzi e Lia Silanos e la zia di Maria Gabriella Bruna Puricelli. «Il perché è rappresentato dall’amore cui è stata oggetto nei suoi cento giorni di vita – è emerso a più voci – Un amore e un impegno oggi che accomuna le associazioni proponenti. Il Cav aiuta le mamme nelle maternità difficili e la Casa Gialla apre le sue strutture accogliendo bambini affidati dal Tribunale in situazioni di temporanea difficoltà». Così Cav e Casa Gialla hanno unito le forze proponendo appunto il nome di Maria Gabriella. «Nella storia della comunità di accoglienza per minori “La Casa Gialla” sono state incontrate molte madri – ha detto Lia Silanos – Nessuna di loro è mai sembrata “cattiva”, ma semplicemente una persona sola con pochi legami, amicizie e aiuti. Da questi incontri è maturato il desiderio di poterle accompagnare a riscoprire la propria genitorialità».

Il tutto è stato reso possibile anche attraverso soldi che Anna e Giovanni avevano lasciato nel testamento per la costruzione di una nuova casa di accoglienza in Lombardia. «E’ da molto che stavamo lavorando per dare una degna attuazione al lascito testamentario di Anna e Giovanni – ha detto Marrese – Prima il Covid, poi le pastoie burocratiche, ma alla fine grazie alla preziosa collaborazione della Casa Gialla abbiamo trovato la giusta strada».

Maria Gabriella e i “Cento giorni nell’eternità”

Dopo 15 anni di attesa Anna e Giovanni Rimoldi il 22 dicembre 1995 vedono nascere l’amatissima Maria Gabriella che purtroppo, essendo affetta da una grave malattia cromosomica, vive solo cento giorni tra le amorevoli cure dei genitori. Ma questo dolore rafforza ancora di più l’amore tra i due coniugi che si prodigano per aiutare le famiglie colpite dalla tragedia della perdita di un figlio, fondando con altri soci l’associazione “Famiglie in cammino” e collaborando con il Cav. Anna e Giovanni conoscono così il dottor Antonio Pellegatta, pediatra e per tanti anni presidente del Cav di Busto Arsizio e inizia una lunga amicizia, discreta e rispettosa che si è allargata a tutte le persone impegnate nel Centro Aiuto alla vita.

Dopo la scomparsa di Maria Gabriella i due coniugi hanno poi scritto il libro “Cento giorni nell’eternità – Alla ricerca del senso della vita”, un volumetto fortunato da cui poi è stata ricavata una mostra “Un grande sì alla vita” che ha percorso l’Italia da Bolzano a Palermo approdando anche a Spalato e in Croazia. Pensata e costruita come un inno alla vita, il libro e la mostra andavano ad approfondire scientificamente tematiche quali le conseguenze dell’aborto, la fecondazione artificiale, la contraccezione a tanti altri argomenti delicati.

Un treno che viaggia su due ruote

Come Giovanni spesso ripeteva: «Il Centro aiuto alla vita è come un treno che viaggia su due ruote: impegno concreto di aiuto e condivisione delle difficoltà delle mamme, formazione culturale e personale dei volontari». Dunque è su questo treno che oggi la strada continua con l’intitolazione a Maria Gabriella dell’Albero della vita, la struttura di 700 metri quadrati con cinque piccoli appartamenti dove accogliere mamme e bambini, dieci persone.

Laura Vignati

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore