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Politica | 18 settembre 2022, 12:26

VIDEO. Pontida, Salvini fa firmare i sei impegni per il Governo: «E adesso andiamo a vincere queste bellissime elezioni»

Il leader della Lega: «Alla faccia di chi decine di migliaia di persone così non le può mai avere». E chiama ministri e governatori a firmare «per prendere per mano questo Paese, per me sarebbe un onore una gioia essere indicato premier». I figli presenti, gli auguri a Bossi, il saluto a mamma e papà e l'impegno con Silvio e Giorgia

VIDEO. Pontida, Salvini fa firmare i sei impegni per il Governo: «E adesso andiamo a vincere queste bellissime elezioni»

«Siamo la più grande manifestazione di popolo di questa campagna elettorale… grazie grazie grazie. Alla faccia di chi decine di migliaia di persone così non le può mai avere...». Così Matteo Salvini si rivolge ai leghisti accorsi a Pontida, tra cui i candidati del Varesotto (clicca QUI) e gli altri varesini eccellenti e non (clicca QUI), dopo una mattina che ha visto riempire gradualmente e inesorabilmente il prato e ha scandito gli interventi di esponenti da tutt’Italia. Non prima di aver ricordato i militanti scomparsi.

I sei impegni

Ancora prima del discorso ufficiale e dopo l'ingresso tra selfie con i partecipanti, Salvini sale sul palco e chiama subito “al lavoro” per il futuro: «Rimanga agli atti un impegno dei ministri e dei governatori della Lega, tutti uniti da Nord a Sud, a prendere per mano questo Paese». 

I sei impegni: stop alle bollette, autonomia regionale, flat tax, stop alla legge Fornero sì quota 41, giustizia giusta e stop sbarchi.

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Aspettando l'intervento vero e proprio di Salvini, sul palco tante voci del mondo leghista. Mentre dalle nove l'arrivo continuo della folla.

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 «Ne ho viste tante di Pontida, ma dopo tre anni... con il Covid, le tensioni, le bollette, vedere voi, decine migliaia di persone, mi riempie il cuore e non c'è processo che ci possa fermare».

«Parliamo dell'Italia»

Così riprende il discorso Salvini, tornando sul palco. Guarda e menziona e bandiere di tutte le regione: «Qua c'è l'Italia che sogna, spera e guarda avanti. Unita nel lavoro, nel sogno, nella bellezza. L'autonomia premia chi governa bene e toglierà le maschere, gli alibi, ai De Luca, agli Emiliano, ai chiacchieroni che danno sempre la colpa agli altri... Viva il Sud che ha la testa alta e ha voglia di lavorare».

E ancora: «Letta, Di Maio.. parlano di Russia, Ungheria, America e Cina. Non parlano dell'Italia agli italiani. Qui vogliamo solo fare l'interesse del popolo italiano e chiediamo rispetto».

Poi Salvini invita a salire a parlare gli esponenti delle associazioni per i non vedenti e le persone affette da sordità: «Per me la politica è questa. Aiutare le persone». Mario Barbuto ha lasciato la presidenza dell'Unione italiana ciechi per candidarsi: «Noi vogliamo salutare le persone con disabilità e le loro famiglie, che tante volte avrebbero bisogno di un sostegno di cittadinanza. Il reddito viene dal lavoro, non da altro». 

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«I miei figli qui ad ascoltarmi»

Sfilano i giovani e Salvini confida: «I miei figli sono qui ad ascoltarmi... è una festa, non un comizio. E auguri a Umberto Bossi domani per il compleanno. Siamo qui per lui».

Al centro ci dev'essere la questione bollette, insiste, sia centrale per il Governo e richiama l'Europa. Salvini parla inoltre di uno «pseudoambientalismo da salotto... io voglio un Paese sicuro dove la gente possa curare i suoi boschi, i suoi fiumi, i suoi torrenti... I fiumi escono se ti impediscono di togliere la ghiaia o l'alberello perché un rifiuto speciale».

Torna a fare pressing sul caro bollette, i problemi che assillano l'Italia, chiama diabolica la legge Fornero e conclude: «Per me sarebbe un onore una gioia un'emozione essere votato da voi ed essere indicato come presidente del consiglio di questo paese da Mattarella. Abbiamo progetti per il futuro. Questo abbiamo firmato con i governatori, la flat tax. Chi sceglie la Lega sceglie di cambiare le tasse... pagare meno per pagare tutti».

Tra gli impegni, quello sulla Rai: «Dall'anno prossimo zero canone nella bolletta della luce e la tv pubblica sia servizio pubblico. Sono novanta euro... per un pensionato al minimo, un precario, un disoccupato, significa fare la spesa tre volte. Siete d'accordo? - chiede alla gente e al "sì" - Contrari, astenuti...?  Permetto l'astensione ai giornalisti Rai qui collegati, ma gli stipendi saranno pagati lo stesso. Scherzi a parte, tutti d'accordo, è approvato».

Ancora, Salvini parla del numero chiuso nelle università: «Apriamo le facoltà ai giovani capaci, non si può andare avanti per raccomandazioni, colpi di fortuna o amici giusti al posto giusto. E a proposito di autonomia... ero l'altro giorno a Napoli a incontrare tantissimi imprenditori e anche lì c'è voglia di autonomia. Pensate ai beni culturali, gestiti spesso male e a livello centrale. Pensate se ogni regione potesse gestire in proprio l'attività culturale senza passare dal governo centrale».

Sull'Europa: «Voglio che l'Italia sia lì da protagonista, non come accompagnatrice di Parigi o Berlino... E il Mediterraneo torni a essere fonte di ricchezza. Se le frontiere non le protegge l'Europa, lo faranno i Paesi del Mediterraneo... Viva i prodotti della nostra terra, il latte delle vacche».

Sulla casa: «Aumentare le tasse è la follia. Sapete quanto cosa togliere l'Imu nei piccoli borghi italiani? Ottocento milioni. Qualcuno dice che per ripopolarli occorrono gi immigrati, io dico facciamo pagare meno tasse agli italiani e vedi come li ripopoli. Lavoro e meno tasse».

Gli errori e le speranze

«Chi fa sbaglia, ripenso agli ultimi anni - ha fatto poi l'analisi Salvini - Importante è riconoscerlo e cercare di sbagliare meno possibile. Al Governo non abbiamo adottato leggi di cui eravamo solo convinti... Ma tra una settimana c'è una grande possibilità. Non c'è un governo travagliato con i 5 Stelle o il Pd... Vi prometto che il prossimo ministro degli esteri sarà un ambasciatore e non un Gigino volante. E un medico alla sanità»

A Letta, ancora: «Ha la passione della geografia... ha detto che oggi Pontida è una provincia dell'Ungheria. Orban ne fa giuste e ne sbaglia. Ma l'ultima parola spetta sempre alla donna». 

Al popolo degli astenuti: «Oggi avete una testimonianza di una marea umana da tutt'Italia, che ha viaggiato un'ora, ma anche un giorno. È il nostro ossigeno. La Lega significa concretezza. Valori, saremo all'antica dice qualche influencer, ma per me la mamma è la mamma, e così il papà. Saluto mamma e papà che ci seguono da casa... i nostri genitori con acciacchi ma non mollano e domenica si alzeranno alle sette e un quarto per andare a votare».  Torna però a parlare a chi alle urne non vuole andare: «In questi giorni scaldiamo testa e cuore per andare a votare. Posso capire... mi hanno deluso tutti, tanto a me non aumentano la pensione o non trovano il lavoro a mio figlio. Tutto comprensibile. Ma se voti la Lega, non risolviamo in un quarto d'ora tutti i problemi d'Italia. Però la Lega vuol dire giustizia sociale, aiutare il popolo dei precari e dei disoccupati, non con un aiutino, un voto di scambio, una mancetta elettorale... ma con il lavoro vero e sicuro. Il ponte sullo Stretto serve all'Italia per creare lavoro vero».

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«Silvio, Giorgia e io»

Il saluto finale: «Me l'ha insegnato Bossi, governare non è un fine. Vincere le elezioni è un mezzo, non un punto di arrivo. Se uno pensa mi siedo e non faccio una mazza, ha sbagliato a capire e ha sbagliato partito. Abbiamo bisogno di gente umile in Lega... e vincere ci serve per trovarci fra qualche mese a raccontarci già quello che siamo riusciti a fare. Quelli della Lega, con tutti i loro limiti e difetti, mantengono la parola. Il lavoro, la sicurezza dei nostri figli... E vedrete...». Le ultime battute vengono interrotte dal coro "Matteo".

Altri due nomi irrompono allora nel discorso di Salvini: «Io Silvio e Giorgia la vediamo uguale su tutto... per cinque anni governeremo e porteremo avanti il programma per cinque anni. Le divisioni le lasciamo ad altri. Poi siamo la Lega e alcuni impegni li vogliamo subito. Grazie... uno per uno, vorrei riuscire ad abbracciarvi tutti. Grazie popolo di Pontida, questa è l'Italia... generosa, amica di tutti ma serva di nessuno. Grazie per esserci e andiamo a vincere queste bellissime, straordinarie, importantissime elezioni».

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Andrea Confalonieri e Marilena Lualdi

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