Martedì 27 settembre, davanti alla gioielleria di corso Italia ci sono alcuni dipendenti. Si vedono un pannello, un pc, uno scatolone da cui spunta qualche filo. La serranda dell’ingresso è a metà altezza, quelle delle vetrine sono inesorabilmente abbassate. Perché dopo Luciana Zaro, “Treccia” per tanti gallaratesi, se n’è appena andata anche la mamma, Gloria, ultra 85enne. E il destino dell’attività è talmente incerto che si provvede, come si può e si riesce, a dare un’ultima occhiata. A portare via qualche oggetto personale.
Luciana rimase vittima di un incidente domestico che sconcertò tutti, non solo a Gallarate. E tanti pensarono all’anziana mamma, in condizioni di salute difficili. Alla sofferenza che si sarebbe aggiunta a sofferenza. Ora Gloria ha raggiunto il marito, Isidoro, e l’unica figlia. Persone conosciute e stimate, a Gallarate, per l’impegno nel commercio, dalla “postazione di combattimento”, a pochi passi da piazza Libertà, all'impegno nella vita culturale della città, a partire dal Teatro delle Arti.
Fra i dipendenti della gioielleria, in tutto una decina, c’è commozione. Qualcuno ha lavorato lì per 36 anni, qualcuno, più giovane, è in corso Italia da dieci e sperava in prospettive diverse. Tutti con competenza. Non sanno che cosa aspettarsi. Erano consapevoli della precarietà di salute di Gloria. E le stavano vicini come potevano: «La andavamo a trovare. Poi il Covid ha complicato tutto». Mai si sarebbero aspettati che Luciana li avrebbe lasciati così presto, in circostanze tragiche.
Ora l’addio alla mamma. E al dolore si aggiunge l’incertezza. «Lo sapevamo, loro volevano che questa attività proseguisse. E stavamo provando a capire come, avevamo delle idee, dei progetti». Poi i lutti, in rapida sequenza.
Diversi gallaratesi passano. Salutano. Uno, in bicicletta, batte una una pacca sulla spalla. Non occorre altro. Qualcun altro chiede: «Ma è vero?». Risposta: «Sì». Occhi lucidi. Nei prossimi giorni il funerale.