Giusepèn si schernisce un po' prima di pronunciare la frase Bustocca "va giù di oegi" che somiglia a una "minaccia". In realtà, la traduzione letteraria dice "va via - resta fuori alla portata della vista - non farti più vedere" e via di questo tono. A Busto Arsizio, si centellinano anche le parole. Rispecchiano il carattere della gente di qui; all'apparenza burbera, ma ad analizzare bene le azioni, si scopre il vero, autentico stile-Bustocco che è socievole, duttile e buono in tutte le maniere.
Quel "va via, sparisci, togliti dalla mia visualità" è semplicemente un rimprovero. Invece di passare all'immediata azione (punizione corporale, sberle) si preferisce "minacciare". Non "frustate", ma sculacciate,) e si "concede" al mariuolo l'opportunità di andar via, in modo tale da non incutere dubbi su quanto potrebbe accadere. Vogliamo considerare la frase, un'ancora di salvataggio?
Ricordando la mia infanzia, non era solo mia madre a pronunciare quel "va giù di oegi", ma la moda era seguita dalla maggior parte delle madri che trovavano giusto non procedere alla "certezza della pena" perché (diceva la mia Pierina) "ul me fioeu l'e non un materasu" (mio figlio non è un materasso). Siamo all'epoca del battipanni, quando i materassi esposti a prendere aria nelle case di ringhiera, venivano battuti con una certa dose di forza, appunto, col battipanni.
Quindi, andare fuori dalla portata del "battipanni" era un'opportunità per non soccombere.
La frase (per dirla tutta intera) si accosta a un'altra frase delle madri di allora. La mia, quando l'avevo esasperata con certi comportamenti "senza senso" (in verità, il "senso" lo avevano, ma era sempre improntato al gioco o ai giochi con rischio che avrebbero potuto finire male) soleva dire "va ca ta mazu" che somiglia molto a una minaccia, ma (lo posso giurare) nessuna delle madri voleva commettere un infanticidio, ma la finalità del "va ca ta mazu" era quella di incutere un pizzico di paura, ma pure era un tentativo di arrivare a "far meditare" chi a ogni costo si dimostrava vivace, infantile, stupido e pure tardo a capire che a essere mariuolo non era sempre conveniente.
L'educazione di un tempo era abbastanza acida e non sempre offriva la tolleranza. E si passava dalla velata-minaccia all'esecuzione della pena che (sempre) era necessaria, ma soprattutto era certa. Mettendo a confronto il "va giù di oegi" (sparisci) col il "va ca ta mazu" che ha valore del "te le suono" (e non si trattava di strumenti musicali) si capisce come si doveva "rigar dritto" per non incorrere nella certezza della pena.
Oggi, quello stile educativo non si usa più. Si è portati a "esagerare" in un verso o in un altro, ma non tutto "brilla sotto il sole" Lo dice Giusepèn: "prima ghea disciplina e t'e duei rigà drizzu - mo, i fioeu s'à rivoltàn contra i genitui e i genitui i difendan i fioeu anca candu gan tortu". Altri tempi.