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In Breve

| 29 gennaio 2023, 09:43

I Giorni della Merla tra storia e leggenda: perché si chiamano così

Secondo la tradizione, le ultime giornate di gennaio sono le più fredde dell’anno

Esemplare di merlo nello scatto di Enrico Ruggeri

Esemplare di merlo nello scatto di Enrico Ruggeri

E anche quest’anno siamo arrivati ai famosi Giorni della Merla. La tradizione vuole che le giornate del 29, 30 e 31 gennaio siano le più fredde dell’anno.

Tutti ne parlano, non tutti lo sanno: ma perché si chiamano Giorni della Merla?

Partiamo dalla leggenda di una povera famiglia di merli che, infreddolita e affamata, faticava a superare l’inverno. Papà Merlo, sentendosi sulle ali la responsabilità di Mamma Merla e dei suoi piccoli merlini, decise allora di traslocare con la famiglia in un nido più confortevole, a fianco di un camino: piano alto, vista panoramica, termoautonomo.

Quel camino non solo li teneva al caldo, ma produceva fuliggine, così tanta che, al suo ritorno dopo tre giorni (esattamente i tre giorni della Merla), papà Merlo faticò a riconoscere sua moglie: non era più nera come lui, ma era diventata grigia, della stessa tonalità polverosa della cenere. Questa versione dà una motivazione al fatto che i merli maschi siano neri e i merli femmina siano grigi, secondo una curiosità naturalistica.

Racconta invece un’altra leggenda che questo volatile, in origine, si vantava di un piumaggio candido come la neve. Mentre Gennaio regalava i suoi ultimi giorni soffusi di un dolce tepore primaverile, il merlo lo sbeffeggiava a cinguettii sarcastici per il fatto che l’inverno stava finendo senza che ci fosse stato il grande gelo.

Allora, Gennaio si arrabbiò e decise di raggelare tutto per tre giorni, ma ne disponeva soltanto di due, perciò ne prese in prestito uno da febbraio. Calò il gran freddo, il merlo bianco non trovò di meglio che rifugiarsi in un camino e dopo i tre fatidici giorni, se ne uscì tutto nero, colore che gli rimase impresso per sempre.

La leggenda ha assunto dunque variazioni fantasiose a seconda dei luoghi e delle regioni dello Stivale, ma ovunque segnava la sostanziale fine dell’inverno, tant’è che il 2 febbraio incalza il proverbio: «A la candelora de l’inverno semo fora».

Dice ancora il saggio che, se i Giorni della Merla saranno freddi, la primavera sarà bella, se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Staremo a vedere.

Silvia Gullino

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