La manifestazione è stata eclatante. È avvenuta a Malpensa, indetta e sostenuta da Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cup e Fly, sui due piani dell’aeroporto. Meta, i banchi di registrazione di EasyJet. Protagonisti, dipendenti di Airport Handling, società alla quale è stata preferita, da EasyJet, una concorrente, Ags. Sono i lavoratori dei servizi a terra.
Perché la protesta? Il passaggio dei dipendenti al soggetto subentrante sarebbe garantito. Ma a condizioni e tutele diverse, peggiorative, rispetto a quelle vissute e calcolate finora. A rischio - si è detto- sono i diritti acquisiti.
In particolare, l’offerta di Ags sarebbe inferiore per circa il 30 per cento (con ciò che ne consegue sui compensi ai dipendenti). Applicazione iniqua della clausola sociale, secondo i promotori della protesta: se una società perde un cliente, per la salvaguardia del lavoro, i lavoratori, formalmente licenziati, dovrebbero essere trasferiti alla società entrante. Però con precise garanzie. O si dovrebbero dimostrare reali esuberi.
Sul passaggio dei servizi: «EasyJet ha tanti interlocutori, ma la cooperativa entrante non fornisce le stesse tutele. Qualcosa è sfuggito di mano».
Check, lost and found, piazzale: questi i servizi coinvolti.
«Ci troviamo di fronte a un dumping sociale di fatto. Ci hanno detto che Ags non firmerà. Parliamo di persone che, dopo anni di lavoro e progetti, prenderanno retribuzioni inferiori».