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Politica | 07 febbraio 2023, 15:09

Astuti (Pd): «Una gara europea per la gestione del servizio ferroviario regionale. Serve un cambio di passo»

Trasporti, sicurezza dei treni e delle stazioni, il futuro di Malpensa: le proposte del consigliere regionale del Partito Democratico candidato alle elezioni del 12 e 13 febbraio: «Il servizio ferroviario attuale non è solo inefficiente ma anche carente in termini di sicurezza. Bisogna introdurre collegamenti espressi tra Milano e Varese. Il benessere dei cittadini, dell'ambiente e dello sviluppo di Malpensa vanno di pari passo»

Samuele Astuti

Samuele Astuti

Il tema dei trasporti, a partire da quelli ferroviari, le condizioni in cui si trovano binari e infrastrutture, ma anche la sicurezza delle stazioni e il futuro dell'aeroporto di Malpensa sono al centro del programma elettorale di Samuele Astuti, consigliere regionale uscente e ricandidato alle elezioni del 12 e 13 febbraio nella lista del Partito Democratico. 

Il tema della sicurezza nei trasporti pubblici è quanto mai attuale in Lombardia e può essere affrontato da diversi punti di vista. Partendo dalle condizioni in cui si trovano binari, stazioni e treni, com'è secondo lei la situazione attuale? 

«Il tema del trasporto pubblico è fondamentale per il futuro della Lombardia. Un TPL diffuso ed efficiente consentirebbe ai cittadini di muoversi liberamente, contribuendo a ridurre la distanza fra città e periferie, a ridurre i costi di viaggio - sicuramente maggiori quando si usa un mezzo privato - e aiuterebbe a salvaguardare l’ambiente, riducendo le emissioni inquinanti. Purtroppo, però oggi la gestione del sistema ferroviario in Lombardia da parte di Trenord non solo è inefficiente, ma molto carente in termini di sicurezza e di stato del parco mezzi, spesso troppo vecchi.

Eclatante l’esempio di Trenord, che non esegue da tempo un’adeguata manutenzione e, a causa dell’incapacità di contrattazione dell’attuale governo regionale, ha un parco mezzi tra i più vecchi d’Italia, il che comporta quasi ogni giorno guasti e ritardi. Pensiamo alle ricadute che questo ha sulle persone che si muovono per motivi di studio, lavoro e salute.

Ma pensiamo anche ai dipendenti di Trenord che quotidianamente devono porre rimedio a situazioni che la loro stessa azienda non gestisce, né prende in carico. A peggiorare le cose contribuisce il fatto che da troppi anni RFI non fa interventi di ammodernamento delle linee ferroviarie. Non è più possibile continuare così. Serve un vero e proprio cambio di passo».

Quali sono le sue proposte per migliorare le condizioni del trasporto pubblico?

«Innanzitutto, dobbiamo pensare ad un piano di investimento straordinario che sia serio e lungimirante. Regione Lombardia deve tornare ad essere parte attiva della gestione del sistema e non attore succube di logiche di altri. Noi riteniamo sia necessaria una gara europea per la gestione del servizio ferroviario regionale, per lasciarci alle spalle l’attuale gestione di Trenord.

Ma non solo: nel nuovo contratto di servizio sarà richiesto un potenziamento delle linee cadenzate, la loro estensione ai collegamenti con i principali capoluoghi di provincia della fascia pedemontana e l’introduzione di collegamenti espressi tra Milano e Varese e Milano e Bergamo. E ancora investimenti per garantire la sicurezza sui treni».

Prendere un treno in orari non di punta, frequentare le stazioni di sera sta diventando sempre meno sicuro?

«Sì, le condizioni sono sempre più preoccupanti. Spesso mi capita di pensare all’invito, rivolto soprattutto alle donne, a sedersi nella prima carrozza del treno per motivi di sicurezza. Ma questo non solo non è una soluzione ma è una vergogna. I cittadini, come gli operatori di Trenord, hanno il diritto di vivere in sicurezza sui treni e la Regione ha il dovere di garantirgliela.

Nel nostro programma proponiamo investimenti in azioni di prevenzione e contrasto alla criminalità per garantire la sicurezza dei passeggeri e degli operatori. Serve, inoltre, un controllo delle stazioni che spesso sono completamente abbandonate. Per questo è necessario ridare vita agli spazi rimasti vuoti e spesso in preda al degrado, aumentare i sistemi di sorveglianza e insediare presidi di personale e forze dell’ordine». 

Se si parla di trasporti non si può non fare un cenno a Malpensa. Quale deve essere secondo lei il futuro dello scalo della brughiera?

«Sull’aeroporto di Malpensa negli ultimi anni c’è stata un’animata discussione tra Regione Lombardia, Sea, Enac, Comuni del CUV, Parco del Ticino e Provincia di Varese. Nella versione del Masterplan sottoposta a Via (valutazione di impatto ambientale) nel 2020 erano previsti 90 ettari di ampliamenti, una superficie enorme, ma quello che è davvero incredibile era il fatto che questa cifra non teneva in nessun conto i problemi dei cittadini e dell’ambiente. Nell’ottobre 2021 con un nuovo documento, il consumo di nuovo territorio era stato ridotto a 60 ettari, uno spazio ancora considerevole, stabilito ancora una volta, senza pensare ai disagi degli abitanti della zona e alla tutela ambientale.

La svolta c’è stata quando si è aperto un tavolo di confronto con i sindaci del CUV (i Comuni dell’area di Malpensa) che sono riusciti a ottenere che il consumo di nuovo suolo fosse di 44 ettari e che fosse favorita la rigenerazione delle aree interne all’aeroporto. Tra una fase di espansione e l’altra ci sarà una verifica delle effettive esigenze del mercato, perché non ha senso consumare nuovo suolo senza ragioni ben precise, motivate e verificate. Lo sviluppo per fasi sarà legato non solo al reale andamento del mercato cargo, ma anche alla preventiva realizzazione, anche parziale, dell'ampliamento interno all'attuale sedime aeroportuale. Questo per preservare il più possibile la Brughiera.

A titolo esemplificativo, nel protocollo siglato anche dai Sindaci del Cuv sono previste anche compensazioni e mitigazioni ambientali aggiuntive, l'installazione (per la prima volta a Malpensa) di apposite centraline per il monitoraggio della qualità dell'aria, misure finalizzate alla riduzione del rumore come le cosiddette "Green Charges" per favorire l'utilizzo a Malpensa di aeromobili di ultima generazione, oltre alla realizzazione delle opere viarie utili a ridurre il traffico (e l'inquinamento) nei centri cittadini dei comuni dell'intorno aeroportuale.

E tutte queste sono richieste portate al tavolo (e inserite nel protocollo) dai Sindaci del Cuv. Per noi il benessere dei cittadini, dell’ambiente e dello sviluppo economico vanno di pari passo, per questo noi avremmo usato il Piano d’Area piuttosto che il Masterplan, uno strumento debole che non tutela cittadine e amministrazioni locali».

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