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Attualità | 01 marzo 2023, 10:00

Si può parlare di festa ad Haiti? Sì, quando arrivano 41 battesimi e 9 prime comunioni

Suor Marcella Catozza annuncia un grande momento nella comunità sostenuta anche grazie alla generosità della gente

Si può parlare di festa ad Haiti? Sì, quando arrivano 41 battesimi e 9 prime comunioni

Si può parlare di festa ad Haiti, assediata dalla miseria e dalla violenza? Sì, suor Marcella Catozza non esita a usare questo termine ed è assolutamente motivato. Stanno per arrivare 41 battesimi e nove prime comunioni, annuncia la missionaria di Busto Arsizio.

Un momento speciale, che affonda le radici in dieci anni fa. Schnaider il primo a essere accolto, poi Esperancia e Cassandra: «Da allora, la porta non si è più chiusa» assicura la missionaria bustocca, ritornata alla Kay Pè Giuss poche settimane fa. «Rieccomi a casa! - scrive - Dopo mesi passati nel silenzio e nella bellezza di Casa Lelia mi accoglie il chiasso colorato di Haiti: strade piene di gente, traffico indescrivibile, immondizia ovunque e... varcato il cancello della Kay Pè Giuss, un mare di allegria! Ad attendermi i bimbi disabili, con in prima fila i miei amici della casetta Ti Kana, gli anatroccoli, tutti in attesa della grande festa di benvenuto prevista per il pomeriggio al rientro di tutti gli altri da scuola».

Fuori, la violenza ancora dilaga. Ma qui il 4 marzo sarà festa totale: Eucarestia di ringraziamento, battesimo di 41 bimbi, pranzo insieme». Un'occasione fondamentale per gridare quella speranza che non è mai venuta meno in mezzo alla guerra e portare un messaggio di fede.

Cita don Giussani, la missionaria: «La modalità con cui l’avvenimento cristiano diventa presente è l’imbattersi in una diversità umana, in una realtà umana diversa, che ci colpisce e ci attrae perché, sotterraneamente, confusamente, oppure chiaramente, corrisponde ad un’attesa costitutiva del nostro essere, alle esigenze originali del cuore umano».

Così ecco questa diversità, questo celebrare una tappa preziosa di vita e tracciare una strada di luce nell'oscurità di Haiti, realizzata anche grazie alla generosità della gente nel nostro Paese. Nella comunità fervono i preparativi perché siano ore speciali.

L'Unicef ha recentemente ricordato lo scenario: «La maggior parte delle scuole ad Haiti sono state chiuse per 7 mesi lo scorso anno e hanno iniziato gradualmente a riaprire da ottobre 2022. La violenza ha un peso significativo sulle vite dei bambini soprattutto a Greater Port au Prince, dove si stima che 1,2 milioni di bambini sono a rischio a causa della violenza».

Eppure, da suor Marcella sabato 4 marzo si cercherà una speranza e la si offrirà agli altri.

Ma. Lu.

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