Il Gusto di Busto | 04 marzo 2023, 08:00

I vini di Busto che incantarono e sparirono. Come le osterie

Le famiglie producevano vino per tutto l’anno e lo vendevano al prezzo di 10/15 centesimi di lira al litro. Poi arrivò la filossera

I vini di Busto che incantarono e sparirono. Come le osterie

Potrebbe sembrare una favola: c’era una volta, e non tutti lo sanno, il vino di Busto.

Verso la fine del 1500 la vite occupava più di 4.000 pertiche del territorio bustese, e nel 1800 il vino bianco prodotto a Busto aveva una certa rinomanza.

I filari di vite tra gelso e gelso facevano parte del panorama che si presentava alla vista di chi attraversava le nostre campagne; il filari si alternavano ai pergolati nelle cascine e nei cortili del borgo.

Le famiglie dei vinaioli producevano vino per tutto l’anno e lo vendevano al prezzo di 10/15 centesimi di lira al litro.

Ma iniziata come una favola, come tale non finisce: nel 1860 la comparsa della filossera e la crescente industrializzazione che allontanava i contadini dalle fatiche dei campi, portarono alla rovina i vigneti e scomparve il vino nostrano.

Bianco, lievemente asprigno, appena frizzante e di modica gradazione alcolica, ul ven da Busti, era gustato con gli antipasti di salamini pancetta e bruschi; questo era il vino pregiato prodotto dai migliori agricoltori e che era venduto.

Ma altri vini di molto minor pregio venivano prodotti dai nostri contadini per il loro uso domestico; vini rossi di uva americana e clinto, che per la loro bassa gradazione alcolica venivano chiamati “strascia-pata” e venivano bevuti dalla scodelle “tazinen”. Come detto, verso la fine del 19 secolo i vigneti andavano scomparendo così come i vini bustocchi.

Sparivano anche le Osterie, che erano luogo di incontro e delle pause di lavoro che i bustocchi si concedevano nei giorni di festa e talvolta di sera. Lì assaporavano i vini più robusti, giocavano a carte o alla morra e discutevano; ciò rappresentava in quei tempi il divertimento e il sollievo dalla vita quotidiana.

Ogni osteria aveva i suoi avventori abituali, solo i “ciucati” passavano da una osteria all’altra.

Una ricetta bustocca che prevede l’uso del vino oltre ai risotti è la Rusumaa:

battere un rosso d’uovo con due cucchiai di zucchero, aggiungendovi pian paino mezzo bicchiere di vino e quindi l’albume montato a neve. Bere, e tra un sorso e l’altro, agitare il tutto per mantenerlo omogeneo e schiumoso. Vino consigliato oggi: Marsala.

Magistero dei Bruscitti-www.magisterodeibruscitti.org

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Viaggio mensile, accompagnati dal Magistero dei Bruscitti, nelle ricette e nei piatti di ieri, più attuali e apprezzati che mai, con la Confraternita fondata da Bruno Grampa nel novembre del 1975. Obiettivo di allora, creare un sodalizio che salvasse, valorizzasse e diffondesse la conoscenza della tradizione della cucina bustocca.

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