Fare il bene fa bene: lo slogan, a volte abusato, trova piena conferma nel rapporto “Sussidiarietà e… sviluppo sociale”, realizzato da Fondazione per la sussidiarietà con Istat, presentato nella ex chiesa di San Giulio, a Cassano Magnago. A illustrarlo, il professor Giorgio Vittadini.
Moderazione dell’incontro affidata a Domenico Pietrantonio, presidente di Solidarietà e Servizi Fondazione, realtà che si occupa di sostenere le attività per persone con disabilità portate avanti dall’omonima cooperativa. «Siamo a Cassano – ha spiegato, prima di introdurre i relatori della serata - perché questa, per noi, è una città importante. Qui Solidarietà e Servizi si occupa di 240 persone fra case di accoglienza, centro diurno disabili e percorsi per l’inserimento lavorativo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, vogliamo trovare un lavoro vero a 100 persone che possano vivere pienamente. Per questo rivolgo un appello a professionisti, consulenti, società, enti ».
Il sindaco, Pietro Ottaviani, ha accolto i partecipanti. Nel suo intervento, ha legato i concetti di solidarietà, partecipazione civile, principio di responsabilità (citando don Milani) mentre Federico Visconti, rettore alla Liuc – Università Cattaneo, ricordato un progetto legato alla domotica per persone con disabilità portato avanti proprio con Solidarietà e Servizi, ha aggiunto che «…gli enti del Terzo Settore hanno una componente di management importante. È necessario rendere sempre più manageriale la gestione di queste aziende. Sarebbe opportuno studiare un tema di management per loro». Precisazione: «Sentiamo spesso una certa retorica sulle università, magari sulla nostra. Ma serve anche fundraising».
Patrizio Tambini, vicepresidente Confcooperative Insubria (400 realtà associate) ha ricordato la spinta dal basso che caratterizza la nascita di questi sodalizi. Esempi negli ambiti dell’assistenza alle persone con disabilità e agli anziani, nella messa a disposizione di alloggi temporanei a famiglie in difficoltà momentanea, nell’accoglienza dell’immigrazione ma anche nel “salvataggio” di imprese: «Abbiamo un esempio di “workers buyout”, una 15ina di dipendenti che si sono uniti in cooperativa per rilanciare un’azienda in cui si era esaurita la spinta imprenditoriale».
Sguardo allargato da Vittadini, sulla base del rapporto. «Si è lavorato – ha spiegato – su sentimento del sé relazionale, sussidiarietà e sviluppo sociale». In concreto, sono stati presi in considerazione dati statistici afferenti a relazioni sociali, istruzione e formazione, lavoro e tempi di vita, partecipazione a politica e istituzioni, benessere soggettivo, cultura, ambiente, volontariato, salute. È emerso che fra i tanti “attori” impegnati nelle varie forme di sussidiarietà c’è un tasso di occupazione superiore alla media, meno mortalità evitabile (quella dovuta a scorretti stili di vita) e un più basso rischio di povertà. «Dunque – ha chiesto Vittadini – che cosa succede se favoriamo queste realtà?».
Sempre dai numeri del rapporto, qualche indicazione “dimensionale”: «Il Terzo Settore – ha ricordato Vittadini – può contare, a livello nazionale, su 632mila istituzioni». Verso le quali crescono interesse e fiducia: «Basta vedere i dati del cinque per mille, esplosi. Nel 2020, 518 milioni a 73.000 realtà. Sono 15 milioni gli italiani che hanno scelto. Lo sviluppo non è solo Stato e mercato. Lo sviluppo è anche questo».