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Calcio | 07 aprile 2023, 08:55

STADIO APERTO. «Dobbiamo farlo per Pietro». Così i giovani tigrotti non si sono fermati più e hanno conquistato la promozione

Il racconto di mister Gentilini sulla promozione conquistata dalla Primavera 4 della Pro Patria: «Dopo la dolorosa scomparsa di Pietro Roveda i ragazzi si sono compattati e hanno sentito che dovevano fare qualcosa per ricordarlo. Penso che lui ci sia sempre stato accanto». Il bomber Zanaboni, 23 gol, al lavoro anche con la prima squadra: «Speravo in un anno positivo per me, ma non pensavo fino a questo punto. Più che una squadra siamo amici»

Zanaboni e Gentilini a Stadio Aperto. Nella foto piccola Pietro Roveda

Zanaboni e Gentilini a Stadio Aperto. Nella foto piccola Pietro Roveda

Era un campionato come tanti, in cui ci si applicava, si lavorava certo, ciascuno dava il massimo nel settore giovanile della Pro Patria. Poi la notizia che sconvolge tutti: Pietro è mancato, all'improvviso. Un dolore immenso per ciascun ragazzo e ogni tecnico e figura della Primavera, di cui Pietro Roveda era il dirigente accompagnatore. LEGGI QUI 

Ma qualcosa è scattato dentro i giovani tigrotti della Primavera 4: lo descrive a Stadio Aperto mister Giuliano Gentilini, accanto al bomber Emanuele Zanaboni.

«L'anno andrebbe diviso in due parti - conferma l'allenatore - si stava lavorando e facendo abbastanza bene, la vera svolta purtroppo è quando è venuto a mancare Pietro».  Una persona speciale, di spiccate qualità, alla quale tutti tenevano.

«Tutti i ragazzi si sono compattati, si sono sentiti che dovevano qualcosa a Pietro». Da allora una cavalcata pazzesca, 14 partite, di cui 12 vinte, una sola sconfitta, un pareggio: la promozione in Primavera 3 di fatto conquistata con tre giornate d'anticipo. 

Ci sono talenti come Emanuele in questa squadra, ma l'impresa è dovuta al gruppo, nessun dubbio su questo: ciascun ragazzo ne è stato l'artefice. E a qualcun altro, certo: «Penso che Pietro ci sia sempre stato accanto».

Doveva in ogni modo aiutare i suoi ragazzi, Roveda, spronarli verso qualcosa di unico e l'ha fatto. Tra quei giovani c'è appunto Emanuele, 18 anni a febbraio, un talento precocissimo, subito intercettato dall'Inter: difatti lì ha conosciuto dei ragazzi della prima squadra attuale. Perché Zanaboni lavora con i tigrotti di Vargas ed è stato anche convocato dal mister dei grandi.

Ciò non significa che il suo percorso sia stato tutto rose e fiori, ma colpisce di questo ragazzo la maturità. Spiega che è amico di Leonardo Piran - un altro che in fatto di saggezza non scherza - e si fa dare consigli. In campionato ha segnato 23 gol, ghiotti quelli contro Pergolettese e Rimini («quella partita ci ha fatto capire che potevamo vincere il campionato), ma sono da evidenziare anche i due che hanno permesso di battere il Mantova, in vantaggio fino all'ultimo minuto.

«Speravo in un anno positivo per me, ma non pensavo fino a questo punto - osserva - Più che una squadra siamo amici».

Un ragazzo, Emanuele, che ha avuto soddisfazioni e difficoltà, ma lui ha saputo imparare da tutto e ora eccolo con la sua umiltà e i suoi sogni. Facili da intuire, questi ultimi, non in grado di farlo smarrire perché ha la testa sulle spalle. Anche mister Gentilini - con il suo percorso di calciatore professionista alle spalle e poi allenatore - ne ha. Ma quello che conta adesso è guardare ciascuno dei suoi ragazzi con fierezza e gratitudine.

Come fanno gli allenatori del settore giovanile, pronti a festeggiare alla vittoria, senza appesantire la sconfitta. Lo raccontano queste interviste, e anche il finale: in cui il successo di un torneo mostra piccoli calciatori che sanno essere grandi insieme.

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Marilena Lualdi


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