Ieri... oggi, è già domani | 10 aprile 2023, 06:00

"a furzelina e ul cugiò" - la forchetta e il cucchiaio

Ad essere sinceri, da ragazzi, talvolta "si faceva fatica" a utilizzare "come si deve" le posate e spesso, mamma mi mostrava come si tiene un cucchiaio...

"a furzelina e ul cugiò" - la forchetta e il cucchiaio

Quasi ora di pranzo e Maria sta predisponendo la tavola. Ho già detto che non mi fermo a pranzo e che "sarà per un'altra volta" - Giusepèn, tuttavia mi mostra gli "attrezzi" che tiene in mano "forchetta e cucchiaio" dopo averli nominati col nostro Dialetto Bustocco da strada, appunto "furzelina e cugiò".

Ad essere sinceri, da ragazzi, talvolta "si faceva fatica" a utilizzare "come si deve" le posate e spesso, mamma mi mostrava come si tiene un cucchiaio, senza impugnarlo come una spada o come si utilizza la forchetta senza farla sembrare una clava. C'era pure "ul curtèl" e, anche se Giusepèn non ne parla, diciamo che si impugnava il coltello "ogni tanto", rischiando sempre di tagliarsi. Tanto è vero che mamma, vigilava attentamente e "ogni tre per due" tirava fuori la sua celeberrima frase "sta tenti" (stai attento).

Quelle parole "antiche" mi portano indietro nel tempo, di qualche decennio; quando a mia volta assistevo alla kermesse delle mie bimbe, nei momenti in cui si destreggiavano col cucchiaio mentre erano alle prese con la pappa. La manina impugnava... la "spada" (era il cucchiaio) e la pappa non finiva direttamente in bocca... un po' si disperdeva sul bavaglino, un altro po' finiva sulla tovaglia e prima di centrare la bocca, assistevo a strani movimenti che mostravano un "trucco" tra le labbra e il naso.Era fatto di... pappa dispersa.

Anni dopo, quando le mie figlie mi hanno fatto imparare a cimentarmi coi moderni "aggeggi", tipo il computer, il cellulare, spesse volte mi... riprendevano. Con garbo, per carità. Però forse non ero un bravo allievo, tanto da sentirmi dire "papà, te l'ho già dettopremi quel tasto che arrivi apoi premi quell'altro tasto che ti fa giungere a... " - io subivo stoicamente.

Un giorno, tuttavia, dopo le reiterate "lezioni" che comprendevano le mie pecche, mi sono un tantino... ripreso e in contemporanea ho detto loro: "non prendete in giro papà, se talvolta arriva a capire dopo numerose lezioni... sappiate però che io, vi ho insegnato come usare il cucchiaio, senza sbrodolarvi, buttare il cibo anche sulle guance o costringere mamma al cambio-vestiti ogni qualvolta si va a tavola per colazione, pranzo e cena". Beh, ricordo che da lì in avanti, le mie bimbe sono diventate maggiormente... comprensive. Giusepèn aggiunge solo... "balossu d'un balossu" che nella fattispecie significa pure... bravo papà, hai fatto bene; tu e loro avete compreso che "nessuno nasce imparato".

Gianluigi Marcora

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