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Calcio | 12 aprile 2023, 11:00

La FeralpiSalò iniziò sconfitta dai tigrotti e ora festeggia la B. Dei miracoli o a metà: la Pro Patria come vuole essere ricordata?

La promozione dell'avversaria ci spalanca il libro di un campionato che all'andata ci ha visti battere spesso i grandi e stare loro addosso. Poi la caduta. Adesso nelle ultime due gare una parola conta e deve bruciare dentro ciascuno: responsabilità. L'esempio del Mantova

La Pro unita nel cerchio e divisa nella sconfitta bruciante contro l'Albinoleffe

La Pro unita nel cerchio e divisa nella sconfitta bruciante contro l'Albinoleffe

La FeralpiSalò è in preda ai festeggiamenti per la serie B, una promozione storica e per non essere troppo generosi da avversarie con qualche ruggine, usiamo le congratulazioni del presidente della Lega Pro Matteo Marani: «Ai meriti per la bella vittoria ottenuta sul campo si devono aggiungere quelli della perfetta organizzazione societaria». 

Rileggendo un campionato

Fine della sportività, sguardo dentro la storia di questo campionato. Un campo ostico per la Pro Patria, proprio in apertura di campionato diventa in apparenza di rose. Spuntarla a Salò è bello e possibile per i tigrotti di Vargas, che passano con una rete di Boffelli. La Feralpi inizia la stagione in casa con una sconfitta bruciante. LEGGI QUI

È una Pro Tractor, lesta a ripartire, astuta, veloce.

Al ritorno, si apre il 2023 con la FeralpiSalò: si viene dalla fase dei record, il bottino più cospicuo dell’andata da quando la Pro è in serie C.  È pareggio a porte inviolate, un punto di tutto cuore. LEGGI QUI

Finché qualcosa si inceppa. Rileggiamolo attraverso la stessa parte alta della classifica, quella che abbiamo anche accarezzato a più riprese fino ad allora. Se la Feralpi è promossa in anticipo con 68 punti, il Lecco è secondo a 61 punti. All’andata, allo Speroni la Pro Patria gli rifila due gol, con Fietta e Stanzani: una vittoria senza incertezze, la firma di un capitano – che anche in quell’occasione tiene tutti a bada per novanta minuti, una garanzia per l'intero campionato - e di un giovane. La formula magica che sprigiona scintille. Al ritorno, la ferita: pochi giorni fa, in trasferta. Il vantaggio degli avversari, prima annullato dal gol di Castelli, poi riprende quota. Non è la Pro spenta che si è vista a Trieste oppure a Busto con l’Albinoleffe, ma cade e fa male non solo alla classifica.

La Pro Sesto è stata la nostra stecca del campionato. Differente ancora il Pordenone, quarto, e Vicenza quinto: nel primo caso, i tigrotti agguerriti all’andata e al ritorno ne ridimensionano le ambizioni, nel secondo grintosa andata e fruttuoso ritorno. 

Come dimezzata

Poi, in dieci partite, quattro pareggi e sei sconfitte, ovvero 4 punti sui 30 disponibili. Siamo ad appena 46. Appena, perché all’andata la Pro aveva segnato il suo record dei 31 punti: ora, è come se si fosse dimezzata.

Sono conti che lacerano, proprio perché siamo partiti dalle grandi, ma non dirompenti,  in questo complesso campionato. Quelle dell’alta classifica che la Pro di Vargas ha quasi sempre saputo domare.  A dicembre, i tigrotti avevano superato se stessi, adesso proprio se stessi – ma il tristemente nuovo volto che abbiamo visto nella tranche finale – devono battere. «Stiamo rischiando di buttare via tutto quello di buono che avevamo fatto» sarà l'amara considerazione del ds Sandro Turotti a Trieste.

Che cosa rischia la Pro? A quattro punti dai playout in due gare, non molto potrebbe essere la prima conclusione anche se tutti gli scongiuri sono d’obbligo ed è pericoloso anche solo sfiorare questo ragionamento: deve incontrare il Piacenza, ultimo, e il Sangiuliano, quart’ultimo. Tesi e disperati. Se si vuole guardare ancora in alto, ci sono solo tre punti dai playoff, un brandello di sogno che ora si fa fatica a nominare.

Ma la verità bussa e sbatte in faccia il pericolo: quello di un esempio virtuoso, di un’immagine impastata di talenti, coraggio e sacrifici dalla società, ora dolorosamente incrinati. Davanti agli occhi delusi e feriti dei tifosi: pochi o tanti che siano, sono quelli che non sono mai mancati.

Il motivo, i motivi, sono tuttora difficilmente individuabili con certezza. Ma la parola responsabilità, che sta tanto a cuore in casa Pro, resta la chiave di analisi e reazione.

A ciascuno la sua responsabilità

Sono le ultime due gare, le ultime due opportunità per non catalogare questo 2023 così per noi: l’anno della promozione in B per la Feralpisalò e della ex Pro Patria dei miracoli.

Che sia il finale a contare, l'ha detto un diciannovenne di nome Piran e l'ha ribadito lo stesso mister, sposando la metafora sport uguale a scuola: i dieci valgono se li hai nella pagella conclusiva.

Responsabilità. Dovrebbe bruciare dentro ciascun giocatore, contratto o non contratto, stanchezza o non stanchezza, soddisfazione per le scelte in panchina o no e citiamo solo alcune delle voci girate. A chi è a posto con la coscienza perché ha dato tutto e a chi non lo è. È l’ora della responsabilità e più che mai del coraggio: quel coraggio che Vargas ha sempre dimostrato all’inizio, anche spiazzandoci nelle decisioni sulle formazioni, e che ci sembra debba ritrovare fino in fondo. Responsabilità, d'altro canto, è una parola che il mister si è sempre caricato.

Non solo, in un anno in cui il numero degli spettatori è stato desolante e si è espresso anche questo rammarico dalla panchina, che esempio potrebbe dare il Mantova, che ha aperto a tutti lo stadio in una gara importante e ha rafforzato le speranze di salvezza con oltre 5mila spettatori. L'amore per la propria squadra non si misura certo con un biglietto gratis, ma questo può essere una chiamata nell'ultima partita casalinga. Se poi Busto non la coglie, ne risponderà a sua volta.

A ciascuno di noi la sua responsabilità, negli ultimi 180 minuti.  

Marilena Lualdi


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