Giovanni Iemma, geometra luinese 53enne, stava passeggiando sul lungolago con la moglie ed il cane, quando ha intravisto la donna. «Ancora oggi non so cosa mi abbia spinto ad andare lì»
«Qualcosa di sovrannaturale mi ha spinto a fare una passeggiata con mia moglie e il nostro cane sul lungolago quella mattina, non so cosa, ma è andata così». Ha esordito con queste parole Giovanni Iemma, geometra 53enne molto conosciuto a Luino, nel raccontare i difficili momenti del 27 aprile.
«Avevamo accompagnato nostra figlia a scuola e poi siamo andati a bere un caffè in un bar del centro – racconta Giovanni -. Solitamente non sono un uomo che ama passeggiare, ma quella mattina l’ho proposto a mia moglie che, stupita, mi ha preso in giro dicendo alla proprietaria del locale, “Guarda che forse oggi viene a nevicare, Giovanni mi ha chiesto di fare una passeggiata insieme”… e così ci siamo incamminati…».
Una volta arrivati nei pressi del ponte del Parco a Lago, Giovanni e la moglie lo hanno percorso, come non avevano mai fatto fino a quel momento: «Camminando mi sono sporto un secondo per guardare l’acqua e mi è parso di vedere una ragazza... subito dopo ho voltato lo sguardo, ma mi sono girato nuovamente. La ragazza non c’era più, mi è sembrato così strano, avevo visto con chiarezza il colore dei vestiti e quello delle scarpe…».
Così sia lui che la moglie hanno provato a guardare meglio e sono scesi dal ponte, percorrendo la banchina presente a bordo riva. «Mi sono nuovamente proteso verso l’acqua e solo allora ho potuto vedere meglio questa donna, vestita, con l’acqua che arrivava quasi al collo – racconta Giovanni, ancora scosso -. Ci siamo avvicinati, ho cercato di capire perché fosse lì. Si teneva con una mano al pilastro del ponte, era ghiacciata, quasi in ipotermia e faticava a rispondermi. Le ho chiesto cosa stesse facendo, siamo riusciti a tranquillizzarla un po’ e a parlarci. Mi sono gettato in acqua e piano piano siamo riusciti a tirarla fuori, facendole usare la scaletta».
Dopo averla fatta sdraiare a terra, sia Giovanni che la moglie, insieme ad un’altra ragazza, hanno aiutato la donna a scaldarsi, in attesa dell’arrivo degli operatori sanitari e dei carabinieri. «Con una giacca abbiamo provato a riportare a temperatura tutto il corpo – continua il geometra luinese -. È stata ricoverata per alcuni giorni, ma ora fortunatamente sta meglio».
Una casualità, quella che ha portato Giovanni a salvare la 38enne, che è sicuramente sorprendente. «Ancora oggi non so cosa mi abbia spinto a camminare sul lungolago quella mattina, sono incredulo, ma sono contento di esser riuscito a salvare questa donna. Da quel giorno ci sentiamo ogni tanto, io e mia moglie siamo andati a bere qualcosa con alcuni suoi parenti e abbiamo mangiato una pizza insieme qualche sera fa».
«Ho voluto raccontare quello che mi è capitato perché troppo spesso si parla di cose negative – conclude il 53enne luinese -, invece credo che bisogna dare spazio anche ad episodi come questi, per incentivare tutti ad aiutare sempre il prossimo, in qualsiasi caso, perché nessuno può conoscere le vite degli altri, ma sicuramente ci si può accorgere della presenza di una persona quando è in difficoltà. Quindi l’invito che rivolgo a tutti è quello di tendere sempre una mano d’aiuto verso chi ha bisogno di un’ancora di salvezza».