Ieri... oggi, è già domani | martedì 19 marzo, 03:45
“Sun drè gni” - Sto arrivando
Siamo alle prese con un modo di dire della Parlata Bustocca che si sta trasformando. E spieghiamo subito...
"ul cu e mèna" - il frivolo
Due parole nuove, "pescate" dal Dialetto Bustocco da strada, ad opera del Giusepèn
“I dòn, a so festa” - Le donne... la loro festa
“Si fa in fretta a dire per l'8 marzo, la festa delle donne... poi guarda cosa succede”. Rifletto anch'io sul monito di Giusepèn. Senza retorica. Senza alcun ammonimento. Semplicemente per constatazione...
"a nidula e a scapuscia" - il succo e …. l'inciampo
Termine che nel Dialetto Bustocco da strada lo si diceva e non ho trovato scritti durante la mia ricerca, sui libri che ho consultato, editi negli anni a seguire il 1950
"a madrizia" - la voglia
Una parola. un programma. Con la "madrizia" (la voglia) si può scrivere un romanzo.
"l'e se mezzu" - è abbastanza la metà
Nel Dialetto Bustocco c'è fantasia, ma non esiste l'esagerazione, proprio com'è la gente di qui.
"te me mèni a dre?" - mi porti con te?
"par incoeu, l'e se insci" (per oggi basta così), dice Giusepèn …."nogn, tiremm innanzi" (noi tiriamo avanti ….come disse a suo tempo, Amatore Scesa). E ce la ridiamo!
"un sottile dispiacere" - me lo ricorda Giusepèn
Non so come sarà la Busto Arsizio dopo il 2050 …
La Busto del futuro tra il dire e il fare...
Dal quieto vivere, al Lavoro, ai Servizi che comprendono sia la Salute sia la Scuola
"Che Baraonda" - numero unico, Carnevale 1986
Impazza il Carnevale, ma sono in pochi a comprendere come si è iniziato a festeggiarlo, a Busto Arsizio
"BellimBusto '93" - Rivista sul Carnevale edita da Busto Sport
Ha una "storia" particolare e addirittura risale all'epoca di "Che Baraonda" un numero unico in edicola proprio nella settimana in cui si celebra il Carnevale della Città di Busto Arsizio
"Che Baraonda" e il nostro dialetto
Nel Dialetto Bustocco "da strada" sono inserite tante impurità che nella parlata non esistono e che invece si riscontrano in tanti libri scritti dal dopoguerra
"ventu e aqua" - vento e acqua
La Cronaca ci fa molteplici esempi in merito alle "mezze frasi" sopra enunciate.
"mamalucu" - mammelucco
Col proverbio, i "mammelucchi" cos'hanno, costoro, da spartire?
"a San Biasu ga gèa u guta sut'al nasu" - a San Biagio, gela la goccia sotto al naso
San Biagio è il "Patrono della gola". Protegge da raffreddori, raucedini e quant'altro.
"a candeloea" - la candelora
Leggendo qua e là, fra "tradizione" e "uso popolare", si dice che in epoca contadina, si metteva la parola FINE all'inverno e si dava l'annuncio della primavera
"un dì scenèn" - il giorno della cenetta
Giusepèn fa notare come "ul di scenèn" fa risaltare la convivialità fra le famiglie , dentro cui c'erano, armonia e sorrisi e si consumava una cena "particolare" fuori abitudine, con la "luganiga" cucinata nei modi più svariati:...
"a gioeubia" - lo testimonia la "sua" canzone
Una volta per tutte (l'abbiamo già scritto in un nostro precedente articolo pubblicato nei giorni scorsi), riecco la canzone-filastrocca
"ul giùstamentu dàa spusa"" - accordi di matrimonio
Riproduco qui un pezzo del "giustamentu dàa spusa" specificando subito che non esiste la "sposa da aggiustare"
“l'à fèi a so ua” - “si è compiuta la sua ora”
La traduzione non è proprio pertinente, ma lasciamo così solo per un fatto lessicale...