«L'accordo sulla Pro Patria è trovato. C'è la chiusura sulla parola». Lo annuncia l'avvocato Antonio Muro, amministratore unico di Sgai, oggi pomeriggio dopo un fitto di scambio di Pec e telefonate.
Attenzione, però. «Con il commercialista Sergio Beia», dice l'amministratore unico del consorzio. Il dottor Beia, gallaratese, però non è dello studio Spreafico. Antonio Muro non aggiunge nient'altro, perché appunto la parola fine deve essere ancora messa nero su bianco e deve arrivare l'assemblea.
Ma ciò apre altri scenari. La cordata bustocca, che si è impegnata febbrilmente a cercare una soluzione per il bene della Pro Patria, è un'ipotesi che ora arretrerebbe e nell'aria c'è una sensazione precisa: che si torni alla vecchia governance. Del resto, la cordata si era messa in pista con slancio, dopo aver sostenuto sotto forma di sponsor in questi anni la presidentessa. E ancora potrebbe farlo, anche in altri modi.
Bocche cucite, ma a questo punto quella che già era una possibilità, ovvero la ripresa in carico da parte di Patrizia Testa con l'iscrizione al campionato in caso di necessità dopo tanti anni di impegno per i tigrotti, sembra diventare concreta.
Nessun commento ufficiale. In attesa della certezza nero su bianco e della conferma ufficiale su questo epilogo, il momento chiave sarà l'assemblea della Pro Patria. Il presidente Domenico Citarella aveva tempo di convocarla fino al 15 giugno, ma avverrà già il 13 giugno e a Busto Arsizio. Verranno nominati il nuovo cda e il presente.
Perché - se tutto verrà confermato nei fatti, con le firme sugli atti - di Busto tornerà a essere la Pro Patria la prossima stagione.